Ponti sul fiume Ancinale: Storia ed Evoluzione


I ponti sul fiume Ancinale hanno rappresentato un’infrastruttura cruciale per la connessione tra Soverato e Davoli Marina, nella nostra zona. Le foto fornite illustrano la storia e l’evoluzione di questi ponti, mostrando diverse fasi della loro costruzione e i cambiamenti strutturali nel corso del tempo.

1. Il Ponte in Ferro del 1938
La prima immagine mostra il ponte in acciaio, costruito a Soverato dalla ditta Ansaldo nel 1938. Questo ponte era essenziale per il collegamento ferroviario tra Soverato e Davoli Marina, passando sopra il fiume Ancinale nel Comune di Satriano. La costruzione in ferro rappresentava un’innovazione tecnica dell’epoca, la travata reticolare è realizzata a gabbia, con una controventatura sul lato superiore delle briglie. Nelle travi a traliccio si distinguono le barre di contorno, dette anche briglie o nervature o correnti che a loro volta si dividono in superiori ed inferiori, dalle barre di parete o di traliccio. garantendo robustezza e durabilità. La foto mostra la struttura imponente del ponte e l’infrastruttura circostante, che evidenzia l’importanza strategica di questa opera per la mobilità e il commercio tramite le Ferrovie dello Stato.

2. Il Ponte sulla S.S. 106 del 1935
La seconda immagine rappresenta un altro importante ponte, costruito a servizio della Strada Statale 106 nel 1935, realizzato in c.a. è caratterizzato da una struttura portante principale ad arco curvilinea, sollecitata prevalentemente da azioni assiali di compressione con impalcato sottile tipo Langer (dall’austriaco Fritz Langer che per primo lo propose). Questo ponte, con le sue eleganti arcate, è un esempio di ingegneria civile dell’epoca.

La struttura ad archi garantisce non solo un’elevata capacità di carico ma anche una notevole resistenza alle piene del fiume. La foto mostra il ponte in un contesto naturale, con le montagne calabresi sullo sfondo, che evidenzia l’armonia tra l’opera dell’uomo e l’ambiente naturale dell’epoca. Il ponte ferroviario dovrebbe essere a sinistra della foto piú a valle, ma il 1935 una terribile alluvione lo aveva raso al suolo… negli anni successivi (1938) é stato ricostruito dalla ditta Ansaldo ed è quello che attualmente ancora in funzione.

3. Il Vecchio Ponte Ferroviario sulla tratta Catanzaro Lido-Monasterace inaugurata il 20 maggio 1875
La terza immagine ci riporta indietro nel tempo, al gennaio del 1928, mostrando il vecchio ponte ferroviario sul fiume Ancinale la cui struttura principale è costituita da travi soggette a sforzi di flessione e taglio. Le travi possono essere a parete piena con luci non superiori a 30m. La parte più importante dunque della sovrastruttura è costituita dalle travi maestre o travi principali che, in definitiva, riportano sui sostegni tanto il peso del ponte quanto il peso dei carichi che questo è destinato a sorreggere.

La foto, in bianco e nero, cattura un momento storico significativo, con un bambino in primo piano che aggiunge un tocco umano alla grandiosità della struttura. Questo ponte, pur essendo più antico e meno sofisticato rispetto a quelli successivi, rappresentava un’importante via di comunicazione per la zona, facilitando il trasporto di merci e persone anche a piedi da Davoli Marina a Soverato. È stato completamente distrutto dall’alluvione del 1935.

L’evento meteorico, colpì il 43% della Calabria con più di 500 mm di pioggia, fece registrare i massimi valori “giornalieri” mai osservati a Serra San Bruno (509 mm) e Simbario (350 mm). Le stazioni idrometriche del Servizio Idrografico furono tutte distrutte. Tutti i centri abitati ricadenti nel bacino e nelle sue immediate vicinanze rimasero seriamente danneggiati. Solo nell’abitato di Cardinale, inondato e devastato da numerose frane e colate di fango, restarono vittime dell’alluvione 40 persone.

Altre vittime ci furono a Serra San Bruno, dove le strade del centro urbano si trasformarono in veri e propri torrenti restando poi ricoperte da più metri di sabbia e detriti. Il 21 novembre l’onda di piena travolse le vie di comunicazione stradali e ferroviarie che furono in più punti distrutte, il ponte ferroviario della ferrovia Jonica che collega Taranto a Reggio Calabria i cui lavori per la costruzione si erano conclusi il 15 novembre 1875, fu completamente travolto.

Si fa notare che nel 1935 a Razzona è stato stimato indirettamente da tracce di piena (lo strumento di misura è stato distrutto dall’evento) un valore di portata al colmo pari a 1650 m3 s-1, a cui compete un contributo unitario tra i più elevati mai osservati in Calabria (14.2 m3 s-1 km-2). Tale stima risulta però affetta da notevole incertezza, risultando inoltre del tutto fuori scala con le massime portate al colmo registrate in tutto il periodo di osservazione.

Settembre 1939: Notevoli precipitazioni, registrate a Simbario, Chiaravalle Centrale, S. Sostene e Campo Gagliato, produssero danni dislocati lungo le aste fluviali. Le portate osservate furono notevoli ma non eccezionali. Isolati fenomeni di dissesto.

4. Il “rilevato per la costruzione del ponte nel 1938
A seguito dell’alluvione del 1935 per ripristinare la tratta ferroviaria si è costruito il “nuovo” ponte ferroviario di cui abbiamo parlato sopra, per dare un metro di franco in più all’altezza libera sotto il ponte (altezza tra la base dell’impalcato del ponte ed il letto del fiume) si è gradualmente rialzato il rilevato ferroviario partendo dal piccolo sottopasso in località Tigani fino all’Ancinale, la pendenza doveva essere minima, tutto lavoro fatto con badile e piccone e con operai della zona. La breccia per la massicciata è stata trasportata dalle donne sulla testa con le sporte come si vede nell’ultima foto.

Conclusione
Le immagini fornite non solo documentano l’evoluzione tecnica e strutturale dei ponti sul fiume Ancinale, ma testimoniano anche l’importanza di queste infrastrutture per la crescita economica e sociale della regione calabrese. Dalla robusta costruzione in acciaio del 1938 alla raffinata architettura del ponte sulla S.S. 106 del 1935, fino al vecchio ponte ferroviario del 1875, ogni struttura racconta una storia di progresso e di adattamento alle esigenze del tempo. Questi ponti non sono solo opere di ingegneria, ma simboli della capacità umana di connettere e unire territori, superando le barriere naturali e favorendo lo sviluppo delle comunità locali.

Geom. Pietro Gualtieri