A quanto trapela, e lo ammette anche il governo, l’intera Italia ha difficoltà per la spesa dei fondi europei. Anche qualche altro Stato; anche la Calabria… che però a non spendere è abituata dal 1970.
Io non so… e forse nessuno sa dove sono esattamente gli intoppi. Secondo me, e parlo per intuizione, c’è qualcosa di complicato, anzi di ingarbugliato, su cui bisognerebbe agire a livello europeo, nazionale, regionale.
Il livello europeo è che l’Europa è in mano a burocrati (non è chiaro indicati da chi!) i quali, come tutti i burocrati, pensano che il mondo sia come… anzi sia la loro stanza; e che quindi una regola più o meno valida a Bruxelles, anzi nella loro stanza, sia valida e applicabile anche a Pietracupa, o Elce che dir si voglia. E provate a immaginare quante Pietracupa ci sono in Europa, nella sperduta Bulgaria o nelle isole Far Oer o in Estonia… o in certi degradatissimi quartieri della stessa città di Bruxelles, a due passi dai suddetti uffici! O in una Francia in eterna violenta sommossa…
Il livello nazionale è che ci sono troppi ministeri, e troppi ministri, e troppe regole diverse, ministero per ministero. E ci sono troppi controlli. Tranquilli, se fosse vero che i controlli garantiscono l’onestà, l’Italia sarebbe la Repubblica di Platone; e invece più controlli ci sono, più è facile una corruzione grossa o spicciola; più sono complicate le regole, più uno cerca di violarle; e spesso ci riesce. Controlliamo alla fine, e chi ha sgarrato, ai Piombi, e gettare la chiave.
A livello regionale? Ebbene, la Calabria ha 404 Comuni; per darvi un’idea, Vibo, capoluogo di Provincia, conta sì e no 35.000 abitanti; Cosenza, un 50.000. Volete notizie di Argusto, Cenadi, Gagliato, S. Sostene, o Spadola Brognaturo Simbario? No, perché le avete già tutti.
Per chi non lo sapesse, questi francobolli dovrebbero fare dei progetti europei! Che fare? In attesa che si cambino definitivamente gli assetti territoriali (e c’è sempre un TAR in agguato), la Regione Calabria istituisca – ma entro il prossimo sabato, dopodomani – degli enti sovracomunali con il solo scopo di progettare e spendere il PRR. Esempi locali? Uno da Stalettì a Guardavalle; uno da Squillace e Borgia a Girifalco; uno delle Preserre e Serre…
Attenzione: enti con un (01) dirigente, uno solo, e tutti gli addetti che servono. E se gli addetti servono a TEMPO DETERMINATO per il PRR, non è una buona scusa per assumere gente (???) A VITA, magari dei parenti o raccomandati.
Per esempio, la Regione Calabria attuale, che va bene nella sanità però malissimo nella cultura, come dal 1970, può spendere in questo campo con intelligenza. Come? beh, mi mandi una raccomandata RR; stampata e via posta, perché non ho PEC.
Intanto, il Governo vada a dire a Bruxelles che deve urgentemente cambiare le regole. E parli anche a nome delle tantissime Pietracupa di Romania, Andalusia, Polonia, Svezia gelata… e di certi paeselli piemontesi di trenta abitanti, che però si ostinano ad avere un sindaco e l’opposizione; e degli impiegati.
Ulderico Nisticò