Caro Tito, ricordi quando, qualche anno fa, il comico siculo-lombardo Antonio Albanese (origine siciliana, nato ad Olginate di Lecco il 10 ottobre 1964) ha “inventato” il personaggio (calabrese) di Cetto La Qualunque ed andava augurando (da TV e cinema) “Kkiù ppilu ppe ttutti” (cioè “più amore per tutti”)?… Ebbene, non aveva tutti i torti, poiché (è risaputo) la possibilità frequente di fare l’amore consente alla persona di rilassarsi e di attenuare (in tutto o in parte) quella aggressività che, spesso, è causa di gravi danni a 360 gradi, predisponendola a vivere meglio, in modo equilibrato e più utile alla società. In fondo il matrimonio è stato inventato ed “imposto” pure per questo … “per motivi di ordine pubblico”… oltre che per “produrre” nuove generazioni.
Per eliminare o allentare lo stress e le tensioni interpersonali e sociali (che i dati dicono essere in aumento allarmante), i governi di tutti gli Stati del mondo dovrebbero privilegiare e incentivare quei settori e quelle attività che riescano a sminuire o ad allontanare le aggressività e a far raggiungere vari stadi di benessere individuale e collettivo. Sembrerebbe un’utopia, visto che siamo circondati sempre più da violenze d’ogni genere, mentre invece depotenziare l’aggressività e la violenza è una urgentissima necessità per tutto il pianeta che già corre tanti altri serissimi pericoli come il clima e le guerre nucleari.
L’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro (EU-OSHA), ad esempio, già nel 2014 ha lanciato un vigoroso allarme, mettendo in guardia tutti (specialmente Governi ed Aziende) sulla necessità di monitorare la salute dei cittadini, in particolare dei lavoratori a 360 gradi e mettere in atto modelli organizzativi efficaci e preventivi!… Infatti lo stress in generale e quello da lavoro in particolare è la prima causa di malattia per la gran parte delle persone e potrebbe compromettere il sistema produttivo di tutti i paesi industriali, principalmente dell’Italia che appare più debole nella prevenzione e nel tessuto sociale.
Però, è bene precisare … da che mondo è mondo, la prima cosa che allenta le tensioni interpersonali e sociali è la cosiddetta “pancia piena” … cioè il “benessere” derivato dalla soddisfazione dei bisogni naturali primari (la libertà, una casa, gli affetti, un lavoro, il cibo, la salute, la cultura, ecc.). C’è un antichissimo proverbio assai indicativo, a tale proposito, che recita “Pancia piena canta e non camicia bianca”. E’ una premessa da tenere ben presente nel discorso che sto per fare (a più puntate) sulle Terme, sulle “Terme per tutti” e, in particolare, sulle Terme di Abano in provincia di Padova da me recentemente ben fruite.
In passato, i famosi e storici metodi di alcuni governi per tenere buono il popolo … “Panem et circenses” (letteralmente “Pane e giochi circensi”) ovvero “Pane e divertimento” (come sostenevano gli antichi Romani) oppure “Festa Farina e Forca” (le tre F dei re borbonici di Napoli) … non sono stati però garanzia di successo e, comunque, non impediva le ribellioni poiché spesso mancava al popolo la libertà e la soddisfazione di altri bisogni naturali, pur mantenendo i forti dislivelli di censo (infatti non è la ricchezza degli altri che preoccupa, ma è il proprio benessere psico-fisico e la pace sociale).
Certo, grandi meriti storici hanno sempre avuto, ad esempio, lo sport (specialmente quello non agonistico), la musica, l’arte, la cultura, la spiritualità e tutta la “buona vita” che contempla pure le migliori metodologie comportamentali del rilassamento della persona e della non-violenza. In parte, pure le religioni (quando non istigano all’annientamento delle altre fedi e, quindi, alle guerre) hanno contribuito all’elevazione e al benessere del popolo e alla pace.
E’ assai ampio ed ardito il discorso sul benessere individuale e sociale, ma lo avevano capito bene gli antichi Romani i quali lo hanno sintetizzato e semplificato nella lapidaria frase “Mens sana in corpore sano” (mente sana in corpo sano) che può essere ribaltata “Corpo sano in una mente sana”. E, infatti, sebbene l’Impero romano avesse al suo interno aspre divisioni sociali e persino la schiavitù, in alcuni settori sembrava essere “democratico” (come lo si poteva essere a quei tempi). E, quindi, “Terme democratiche” per tutti e dappertutto (ne è prova pure l’archeologia in tutti i suoi immensi territori).
Infatti, il potere romano era quello che cercava di garantire il benessere psico-fisico di ricchi e poveri aprendo le Terme a tutti indistintamente. Non è cosa da poco, anche se, in pratica, le condizioni igieniche dell’epoca imponevano un simile atteggiamento pragmatico. Atteggiamento che, però, non ebbero altre classi dirigenti di altre nazioni sia contemporanee agli antichi Romani e sia dei secoli seguenti. Bisognerà aspettare il 20° secolo perché, ad esempio, le Terme potessero essere usufruite anche dalle classi lavoratrici (che ne avevano più bisogno) e non soltanto dalle classi ricche o agiate.
Le Terme come la Salute non sono e non dovrebbero essere sinonimo di “lusso” o di “privilegio” o di “censo” …. ma sono o dovrebbero essere garanzia istituzionale e pratica di tutti e per tutti (pure perché tutti collaboriamo a tenere vivo ed efficiente un popolo, una nazione, l’intero pianeta). Anche le classi più umili dovrebbero avere buona salute e buone terme. Sono, entrambi, beni comuni!
Una testimonianza mi proviene da mio padre, il quale, avendo subìto un grave infortunio alla colonna vertebrale nel 1955 come operaio delle Ferrovie dello Stato, è stato inviato più volte da tale Ente (suo datore di lavoro) prima all’Ospedale Ortopedico Rizzoli di Bologna (ritenuto il migliore) e poi alle Terme di Abano (in provincia di Padova, pure queste ritenute le migliori) per annuali periodi di cura e di riabilitazione.
Ogni volta che tornava dalle Terme, mio padre era più sereno e più carico di energia, ma anche più entusiasta per le gentilezza ed il clima favorevole che aveva trovato in quei luoghi molto belli, mentre di Bologna esaltava la qualità della vita e l’efficienza, oltre che la gentilezza e il rispetto nei rapporti interpersonali.
Figurati, caro Tito, che, dopo l’esperienza ospedaliera di Bologna e termale di Abano, mio padre voleva trasferire la famiglia dalla Calabria a Bologna, dove c’era maggiore progresso e dove noi figli avremmo sicuramente trovato un lavoro ed una sistemazione più dignitosa (come ogni genitore si augura sempre e comunque). Purtroppo il trasferimento non c’è stato e ognuno degli otto figli ha avuto più difficoltà per ottenere una sistemazione adeguatamente dignitosa, pagata da alcuni a più caro prezzo anche con una lontana (Milano-Torino e Svizzera) o addirittura lontanissima emigrazione (Argentina e Australia).
Così, dagli anni cinquanta in poi (cioè dall’età di cinque-sei anni) io sentivo parlare di questo “mitico nord Italia” dove piano piano approdavano centinaia e centinaia di migliaia di famiglie, svuotando il nostro sud. Fin da bambino mi sono ripromesso di vedere di persona questi luoghi nordici, variamente descritti da mio padre e da chi vi era emigrato stabilmente per lavoro. Me ne sono ben reso conto nel corso di tanti decenni.
Per Bologna l’occasione è giunta molto prima del previsto, nel 1957 quando avevo sette anni, per togliermi le tonsille all’Ospedale Sant’Orsola. Mio padre era convinto che per avere una buona “sanità” bisognava andare da Roma in su (e, purtroppo per noi calabresi, aveva proprio ragione!). La città mi piacque ed anche la gentilezza che vantava sempre mio padre. Tuttavia non avrei voluto allontanarmi dalla mia gente (specie dai parenti e dagli amici) e in particolare dal mio amatissimo ed irrinunciabile mare Jonio. Poi nei decenni seguenti ho potuto vedere quasi tutto il Nord da più vicino e per più volte, già a 13 anni, nel 1963 a Milano.
Per le Terme di Abano, invece, l’occasione è giunta esattamente dopo 60 anni (dal 15 al 29 ottobre 2017) e devo riconoscere che mio padre aveva ragione quando ne parlava entusiasticamente, invitando spesso parenti ed amici a recarsi a queste Terme per rinvigorirsi nell’anima e nel corpo. E non solo.
Le Terme di Abano, pure per le loro caratteristiche generali, contribuiscono davvero a rinvigorire l’anima ed il corpo ed anche per questo sono ritenute tra le migliori del mondo, sicuramente tra le più belle e le più frequentate d’Europa. Sono davvero “eccellenti” … Tuttavia ho trovato che il sistema termale possa essere ancora migliorato, con accorgimenti tali da presentare un’offerta termale e sociale quali i tempi ormai richiedono. Infatti, siamo ad un giro di boa, ad una svolta storica anche per come si possono concepire le Terme in una società sempre più matura ed esigente, ma anche di massa (come mi sembra giusto che sia) cioè partecipata a sempre più persone, specialmente a coloro che ne hanno veramente più bisogno.
E sai già che come terme di massa avevo pensato nel 1982 a quello “Stabilimento Eliotalassoterapico” che avrebbe dovuto realizzarsi sulla spiaggia di Badolato Marina, adatta a lenire dolori e sofferenze a tante persone, specialmente ai lavoratori che non si erano risparmiati per sé stessi o per i vari proprietari in ogni dove. Da bambino avevo visto fin troppe persone farsi seppellire dalla sabbia cocente per non pensare ad una struttura più efficace e scientifica per venire loro incontro in modo più adeguato e dignitoso.
Sì, caro Tito, Terme di massa!… Infatti, ritengo che (nel contesto del “diritto alla salute”) le Terme debbano essere accessibili a tutti, giovani e anziani, in fase preventiva o di cura. Fino ad ora si pensava alle Terme come un luogo di anziani. E se gli stabilimenti termali (in ogni parte del mondo) e persino gli hotel si sono trasformati pure in SPA (centri benessere) per insistenti mode o tendenze (più consumistiche che salutari) vuol dire che c’è una esigenza che va governata molto meglio e non seguìta acriticamente o semplicemente per evidente “business”. Certo il “business” ci deve essere come giusto guadagno, ma la qualità e l’efficacia del prodotto deve essere meglio garantita, scientificamente e istituzionalmente. Direi “garantita” in modo più “etico” come ti dirò nelle prossime lettere a riguardo. Anche il guadagno dovrebbe essere “etico”… ma, come ho evidenziato prima, non è tanto la ricchezza dei pochi che preoccupa quanto la povertà dei troppi.
In teoria l’accesso alle Terme è per tutti, basta che il proprio medico (di base o specialista) prescriva, con una normale ricetta del Servizio Sanitario Nazionale, la cura termale più adeguata alle patologie della persona. (Ma chi non ha una qualche patologia?!…). Poi basta pagare un “ticket” e, per i fuori sede, necessita (a proprie spese) il soggiorno nell’hotel dove vengono effettuate le cure termali. Il trattamento termale, dunque, è a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ma non il servizio alberghiero (per cui comunque i soldi sono ben spesi, pure come migliore e sana vacanza almeno una volta l’anno).
Come sai, da noi, esiste il “pendolarismo termale” (specialmente per le Terme Caronte di Lamezia Terme). Infatti dai nostri paesi, parecchie persone raggiungono tali Terme di mattina per poi tornare a casa la sera. Quindi, in gran parte, non sono “terme residenziali”.
Nella pratica, però, le Terme (in fase preventiva o di cura delle patologie) non sono utilizzate adeguatamente, persino da chi fa un lavoro usurante (fisico e/o mentale). Ritengo che ciò sia dovuto ad un problema socio-culturale, di sensibilizzazione e di organizzazione per valorizzare la salute dei cittadini.
E’ necessario, a mio parere (visto anche il beneficio che ne ho ricevuto io stesso sebbene in una prima esperienza), che i medici di base (quelli specialisti e del lavoro, le organizzazioni sindacali o di categoria e tutti coloro che hanno la responsabilità della salute pubblica) si adoperino affinché sempre più persone (giovani ed anziani) possano usufruire di questa possibilità, magari cercando di agevolare economicamente i più svantaggiati. La salute è davvero la prima risorsa di un popolo! La salute è altamente strategica!… Il miglior investimento socio-economico e politico resta pure sempre la salute di tutti indistintamente!
Durante le due settimane in cui sono stato all’Hotel Terme Venezia di Abano, ho notato che intere famiglie (anche con bambini) hanno soggiornato in tale struttura, che tra l’altro offre una grande piscina di acqua termale (interna ed esterna) e varie soluzioni adatte anche a bambini e ai giovani. Ad esempio, tramite il massaggio del corpo, l’operatrice o l’operatore sono in grado di notare e segnalare quali e quante problematiche ci portiamo dietro (somatizzazioni, irrigidimenti muscolari, stress, malattie della pelle, ecc.) senza le quali sicuramente staremmo meglio. Il solo “stress” (come accennavo sopra) è la prima malattia non solo nei paesi industrializzati e porta a conseguenze notevoli che si possono almeno ridurre con adeguati trattamenti rilassanti e di recupero, tra cui le Terme “polifunzionali” come cercherò di descrivere pure nelle prossime lettere su tale argomento.
Insomma, le Terme (se usate bene) possono essere e sono una struttura di convergenza socio-sanitaria polifunzionale per la salute ed il benessere psico-fisico individuale e sociale. Secondo me, le strutture termali sono una preziosa “stazione socio-sanitaria” che andrebbe ancora di più potenziata, pure dal momento che, a ben vedere, con tale prevenzione e cura lo Stato può risparmiare economicamente tante risorse dovute, altrimenti, per cure più costose con conseguenze sociali e con perdita di giornate, mesi e addirittura anni di lavoro e di produzione. Persino l’assenteismo nei luoghi di lavoro si potrebbe ridurre con le Terme (sempre se fatte fruire bene e in modo “polifunzionale”)!
Ho parlato con una gentile ed affiatata famiglia di Foligno (Umbria), presente al mio medesimo Hotel Terme Venezia con due figli gemelli di undici anni (un maschietto ed una femminuccia). I genitori mi hanno detto che portano alle terme i loro due figli fin da quando avevano pochi mesi, con grande beneficio personale e familiare. Me lo hanno confermato pure i due pre-adolescenti, con i quali ho avuto lunghe chiacchierate a riguardo. Adesso, non ultimo beneficio, quello di dimenticare i distraesti smart-phone per tutto il tempo di permanenza (solitamente dieci giorni). Una famiglia in pieno relax, dunque, e se ne avvertivano visivamente i vantaggi!
Pur avendo partecipato per la prima volta all’antichissimo “rito delle terme”, ho notato che c’è ancora molto da lavorare perché le Terme di Abano e dintorni, ma anche quelle italiane ed europee, possano dare il loro massimo possibile in salute e benessere, arricchendo e riqualificando più scientificamente il loro “paradigma”. Sarebbe necessario, a mio modesto parere, un riordino internazionale molto serio e garantito del sistema termale come struttura socio-sanitaria, altrimenti le Terme faranno la fine delle acque minerali, settore dove c’è di tutto e di più senza garanzie effettive e “codice etico-scientifico”.
Caro Tito, come ormai sai bene, ovunque vada cerco di dare il mio coscienzioso e volontario contributo per il miglior progresso di quel territorio, cosciente che le vere civiltà sono state grandi quanto umili perché si sono giovate pure del parere di viaggiatori i quali … osservando dall’esterno quella realtà … hanno potuto dare il loro contributo di novità ed anche di “critica affettuosa e costruttiva”. Invece ci sono persone e comunità che s’irrigidiscono nel loro orgoglio e non accettano suggerimenti (tanto meno “critiche costruttive”) da alcuno per quanto utili possano essere persino alla prova dei fatti.
Devo quindi ringraziare (per il loro gentile e benevole “ascolto” e per la loro inusuale intelligenza sociale) le tre lungimiranti donne che sono qui di séguito elencate e che hanno trovato interesse nelle mie idee-proposte, frutto spesso di un lunga esperienza come promotore ed animatore sociale che brama di vedere la nostra Italia … “STUPIRE IL MONDO”. Da ciò è nato nel 1995 il mio progetto “STUPIRE IL MONDO” la cui prima copia ho dato nell’autunno 1996 all’allora ministro per i Beni Culturali Walter Veltroni e poi, via via, ad altri Responsabili (nazionali o locali) della Cosa Pubblica o Repubblica.
Quindi, osservando Abano Terme, mi sono venute alcune idee-proposte sulle quali ho dialogato prima con la dottoressa Giulia Rigodanzo (responsabile dei rapporti esterni e con l’utenza dell’Hotel Terme Venezia di Abano), poi con la ex-preside dell’Istituto Alberghiero, prof.ssa Cristina Pollazzi (neo-assessore alla pubblica istruzione e cultura di Abano) e, quindi, con la giornalista Iris Rocca (ufficio stampa Consorzio Terme Euganee, Federalberghi e struttura Y-40 di Montegrotto Terme). Te ne renderò conto nelle prossime settimane, incontro per incontro, sperando che ciò possa essere utile pure per altre località termali italiane e specialmente di Sicilia e di Calabria, nostre zone di primo interesse.
In particolare, posso già anticiparti che la signora Giulia Rigodanzo mi ha promesso il suo personale interesse ed impegno affinché il sistema termale sia aperto il più possibile a tutti. Le credo! Anche se giovane mamma di due splendidi bambini, ha tanti anni davanti per poter lavorare al miglioramento di questa preziosa e salutare risorsa di cui l’Italia è assai ricca in ogni sua regione. Le Terme sono un altro immenso mare italiano! …
Infatti, spero che già da questo stesso momento le famiglie italiane si pongano la scelta di dove andare in vacanza: al mare, in montagna, ai laghi o alle terme?… E, a volte, in Italia le terme sono vicine sia al mare che ai laghi e in montagna: due benefici in una sola vacanza. E se altre, come Abano che è in pianura, non sono proprio vicinissime al mare, ai laghi o in piena montagna, è pur sempre possibile bearsi di città d’arte e di splendida natura così come ho fatto io assieme a mia moglie. E ancora tantissimo ci resta da vedere e da scoprire nei dintorni di Abano! Turismo e Salute, dunque, come si era cercato di fare anche alla ASL Alto Molise di Agnone nel 1995 con il progetto “CHECK-UP IN VACANZA” cui ho già fatto riferimento in altre lettere, poiché ne ho redatto e impaginato i testi, utilizzando alcune foto dell’amico e collega di lavoro Vittorio Labanca.
L’assessore Cristina Pollazzi ha ritenuto utile il nostro incontro atto a migliorare (con una serie di iniziative promozionali) il primato italiano delle terme, la salute dei cittadini (specialmente dei lavoratori usuranti) e gli aspetti socio-economici-culturali delle località termali per rendere queste più attraenti e godibili. Come ti dirò nella lettera che riguarderà tale assai gentile assessore, ho avuto la chiara impressione che la prof.ssa Pollazzi si stia impegnando davvero molto per la sua Città e dintorni. Ne ho avuta certezza nel nostro intenso ed attento colloquio avvenuto giovedì 26 ottobre 2017 ore 11,30-11,50 nel suo ufficio comunale di Villa Bassi Rathgeb, quando ha riempito un’intera pagina della sua agenda in appunti derivati soltanto da alcune mie proposte promozionali per Abano e dintorni. Tanti suoi concittadini mi hanno confermato che sta veramente lavorando molto e con grande slancio. Le auguro di ottenere importantissimi risultati.
La generosa giornalista Iris Rocca (incontrata sabato mattina 28 ottobre 2017 nel contesto dell’Hotel Millepini nella vicina Montegrotto Terme), condividendo alcune delle mie idee-proposte, è del parere che sia necessario evidenziare meglio le eccellenze dei territori turistico-termali e mi ha mostrato la piscina termale più profonda del mondo (la Y-40 cioè meno 40 metri sottoterra) … una vera ed unica eccellenza che ti descriverò nell’apposita lettera a ciò riservata.
Caro Tito, come avrai avuto già modo di capire (e come ancora meglio capirai con le prossime lettere incentrate sui dialoghi avuti separatamente con Giulia Rigodanzo, Cristina Pollazzi e Iris Rocca) il sistema termale italiano ed europeo va adeguatamente rafforzato ed unificato in un apposito circuito della salute ed anche socio-economico (per far crescere ancora meglio e di più i territori interessati). Sarebbe assai utile coinvolgere in tale progetto principalmente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS – WHO settore dell’Organizzazione delle Nazioni Unite), l’Unione Europea e gli Stati nazionali, nonché ricercare altre fonti termali, pure per accogliere sempre più persone che hanno bisogno (in fase preventiva e curativa) di stare meglio. Le Terme sono un ricco dono della Natura e noi tutti ne dovremmo essere più degni!
Tre curiosità. Girando per Abano, appena giunto assieme a mia moglie, ho notato che tale città (specialmente nel Parco Termale) ha messo in bella mostra numerose sculture di Rabarama (pseudonimo di Paola Epifani, nata a Roma il 22 agosto 1969 e attiva in Padova) del tutto simili (nello stile e nella manifattura) alle sue sculture presenti sul Lungomare di Reggio Calabria (“il più bel chilometro d’Italia” a detta di Gabriele D’Annunzio). Poi, a Via Marzia n. 15, sempre nel centro centro di Abano (proprio davanti alle Terme Salus), mi sono beato di un ricco gelato ai gusti tipici calabresi, capolavoro della “Gelateria Tropea” (Dolcezze artigianali della Calabria), ritenuta una delle più buone delle Terme Euganee e gestita da nostri corregionali, che hanno il merito di portare alto il nome e le cultura della Calabria anche in Veneto.
Terza curiosità. Come sai, in Badolato esiste dal secolo 10° il santuario basiliano della Madonna della Sanità. In ragione di ciò, decenni fa (con l’aiuto dell’appena compianto don Giovanni Fangio, parroco di Sant’Emidio in Agnone del Molise), ho fatto una ricerca su tutte le Madonne della Salute che ci sono in Italia. In larga parte, esiste una chiesa o un santuario di tale genere di Madonna là dove c’è stato bisogno di salute (pestilenze e problemi vari) oppure là dove c’èra qualcosa (come le terme) che aiutava la salute. Ad esempio e non a caso, proprio nella frazione di Monteortone nel comune di Abano, c’è una bella e grande chiesa intitolata alla “Madonna della Salute” (e della Pace) davanti alla quale esiste (in una piccola grotta) una fonte “miracolosamente” sgorgata per sanare un personaggio del luogo, come dicono le iscrizioni e come attestano i tanti “ex-voto”. Ne ho preso diverse immagini e due opuscoli descrittivi da studiare bene.
Così a Venezia e in mille altri luoghi più o meno importanti esistono chiese o santuari dedicati alla Madonna della Salute e/o ad altri Santi (come Cosmo e Damiano) inerenti lo stato psico-fisico delle persone e dei popoli. Ritengo che completare e diffondere questa ricerca potrebbe aiutare i territori e i fedeli. La salute è anche un fattore culturale, oltre che religioso e curativo. E tutte le Religioni hanno, molto spesso, monopolizzato in vari modi il ricorso alle Divinità e ai Santi per invocare salute del corpo e dell’anima, tanto che alcuni luoghi (come “Lourdes” nella Francia pirenaica o Loreto) sono diventati riferimenti internazionali ed icone cui il “business” non è affatto estraneo. Ritengo che, verso la “gestione” della saluti è necessaria molta più “etica” operativa ed umanitaria.
Alla prossima lettera n. 195 ancora su Abano e sulle Terme. Grazie e cordialità,
Domenico Lanciano (http://www.costajonicaweb.it)