PIL meno 12 e rotti %


 Il dato è agghiacciante, e non serve prendersela con il virus; anzi, se un sistema economico non regge al virus, vuol dire che è malato da molto tempo.

 Secondo me, le cause della profonda crisi economica dell’Italia sono due:

  • vaste aree geografiche, e vaste aree sociali poco produttive o improduttive del tutto; esempio, Soverato, ormai zeppa di stipendiati e ancora di più di pensionati, e che non produce quasi nulla; e vale per triste parte del Meridione;
  • arretratezza tecnologica: se io, per telefonare, passo soldi alla Gran Bretagna, è perché non c’è una rete telefonica italiana; e l’esempio basti.

 Perciò non ci servono pannicelli caldi e aspirine, ma interventi radicali:

  • rivoluzione tecnologica;
  • recupero delle risorse naturali vere;
  • tagli nettissimi alla burocrazia e alle sue studiate lentezze;
  • fine di ogni assistenza tranne che per ammalati gravi;
  • riforma della scuola per fornire alla comunità nazionale non milioni di avvocati e grecisti fasulli dello sbarco di Ulisse e sociologi a memoria, ma quelle competenze di cui ha effettivamente bisogno e urgenza.

 Per fare ciò, servono due cose che non abbiamo:

  • una classe dirigente autorevole, seria e quindi quasi muta;
  • un pensiero organico che analizzi la comunità reale e non quella immaginaria, e pensi alle effettuali soluzioni.

Ulderico Nisticò