Piccola storia del verde a Soverato


 Il verde dell’area costiera di Soverato è tutto antropico, ovvero creazione umana. Chi avesse dubbi, guardi le tantissime foto di fine XXIX e inizio XX secolo, e vedrà quasi solo spiaggia, molto più estesa di oggi.

 E invece, e ciò torna a nostro merito, Soverato Marina è ricchissima di verde piantato nei decenni. Il primo effetto positivo fu il miglioramento del clima, prima assai più caldo; e quindi anche della salubrità dell’aria.

 Ora vi porto una testimonianza personale. Avevo sette anni, e frequentavo la Quarta elementare, quando ci portarono a vedere mettere a dimora, in un vivaio, oggi la Pineta, delle piantine che – ci spiegarono il sindaco A. Calabretta, Curatola presidente dell’Azienda, il direttore didattico Pascuzzi – sarebbero poi state in gran parte trapiantate.

 Era il 1957; man mano che le piantine crescevano… non ne venne trapiantata nessuna, e rimasero tutte lì, miseramente ammucchiate e soffocate: vi ricordate un povero alberello ridotto ad esse nella vana ricerca di luce? Tanti anni dopo ci fu un abborracciato sfoltimento.

 Intanto il Lungomare si ornava, per merito del sindaco Tiani, di alberi di erythrina, detti così per i bei fiori rossi (ἐρυθρός). Vero, ma basta un’occhiata – e cito il valente agronomo Polerà – per accorgersi che molte piante sono seriamente malate; e rischiamo di perderle entro pochi anni.

 Sta succedendo lo stesso nel boschetto vicino al Palazzetto. Si dicono diverse cose, e io vorrei capirne di più.

 Serve dunque una seria politica del verde, il che significa adottare criteri scientifici di agronomia. Come li ha piantati la città, così la città deve curare i suoi alberi.

Ulderico Nisticò