Perché la gente non va a votare?


 Qualche scemo del villaggio con sei lauree disse una volta che andare a votare in pochi sarebbe “anglosassone”, quindi una cosa di cui vantarsi. E invece l’Italia è sempre stata la terra della politica di massa, comunque fosse espressa. Lo cantò Virgilio: gli altri scolpiscano statue e scrivano poesie, ma la politica è l’arte di Roma e dell’Italia. E lo fu almeno fino agli anni 1990, quando la tessera di partito era per molti la bandiera e la divisa.

 Nel 2024, la politica è ridotta a trasmissioni tv e riti elettorali (“ludi cartacei”), con numeri bassi di elettori, e bassissimi se al ballottaggio. Nessuno tenti di tirare la coperta: gli astenuti non sono astenuti di destra o di sinistra, sono solamente astenuti, cioè indifferenti, soprattutto all’Europa.

 A Soverato, dove si mangiava pane e politica, le elezioni europee sono passate senza che manco il Comune si degnasse di installare il palco dei comizi; e senza una qualsiasi manifestazione degna di nota.

 A mio modestissimo parere, ai professionisti della politica sta bene così: tanto qualcuno li candida, e vengono eletti qualunque sia la percentuale dei votanti. Questo vizietto colpisce di più il destracentro, il cui elettorato è sempre meno politicizzato; o, più terra terra, ha posizioni, per esempio, sulla guerra in Terra Santa, ma non ha la minima idea di dove sia e che stia succedendo; e tanto meno che la guerra non è iniziata il 7 ottobre scorso, ma – Bibbia e Crociate a parte – nel 1917, 117 anni fa. Perché disturbare la beata ignoranza con laurea? Idem per il Don. E non è che la sinistra stia tanto meglio, sicché ha perso le elezioni politiche ed europee.

 Corollario: è del tutto assente la cultura politica, quella espressa attraverso la letteratura, il teatro, il cinema. La RAI ha mandato una robaccia sul 25 luglio che era vilipendio sia alla storia sia all’arte cinematografica: colpa di una RAI meloniana, non di Elly. Quanto alla letteratura di sinistra, è il solito piagnisteo buonista con pr€mi e cittadinanze onorarie.

 Per chi, come me, è nato succhiando politica con il latte, è una vera delusione.

Ulderico Nisticò