Percepivano il reddito di cittadinanza senza averne diritto. Per questo i finanzieri del Gruppo di Locri, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno denunciato 237 persone, tutte residenti nel territorio della Locride, che avevano richiesto il sussidio, da aprile a dicembre del 2019, in assenza dei previsti requisiti. Con loro altre 73 persone firmatarie delle dichiarazioni sostitutive uniche (DSU) poste a fondamento della richiesta del beneficio. L’attività è scaturita dall’analisi della numerosa platea di soggetti già denunciati per i fenomeni dei “falsi braccianti agricoli” nonché dei “falsi rimborsi fiscali”. Tra di loro ne sono stati individuati molti che avevano richiesto ed ottenuto anche la misura del reddito di cittadinanza.
Le attività d’indagine sono state rivolte ad appurare la presenza di eventuali anomalie nelle dichiarazioni sostitutive uniche (DSU) poste a fondamento della richiesta del beneficio. Queste attività hanno permesso di riscontrare irregolarità su 237 istanze. Nel corso delle azioni ispettive è stata accertata l’omessa indicazione nelle DSU di componenti del nucleo familiare anagrafico, del coniuge non separato, nonché del possesso di redditi, di beni mobili (veicoli e moto) ed immobili (terreni e fabbricati).
Durante le verifiche, i casi più eclatanti emersi riguardano due persone detenute per il reato di associazione di stampo mafioso nell’ambito dell’operazione “Canada Connection”; un intero nucleo familiare riconducibile a una nota famiglia di ‘ndrangheta, colpita nella maggior parte dei suoi componenti da una condanna penale definitiva con la conseguente interdizione dai pubblici uffici (uno di loro è peraltro in stato di arresto dall’aprile del 2018); diversi soggetti titolari di redditi, alcuni anche per oltre 55.000 euro, che non sono stati indicati nel nucleo familiare; alcuni soggetti intestatari di ville ed autovetture di lusso (tra cui uno è stato intestatario di una Ferrari oltre ad essere stato anche destinatario di ordinanza di custodia cautelare domiciliare nell’ambito dell’operazione “Le Mille e una Notte”); titolari di attività imprenditoriale con partita Iva attiva che, pur avendone l’obbligo, non avevano presentato alcuna dichiarazione dei redditi.
Le indagini si sono concluse con la denuncia dei 237 indebiti percettori delle pubbliche provvidenze e di ulteriori 73 sottoscrittori delle DSU irregolari. I 237 indebiti percettori sono stati inoltre segnalati all’Inps per l’avvio del procedimento di revoca dei benefici ottenuti, con il conseguente recupero delle somme già elargite che ammontano a circa 870.000 euro (importo consistente se posto in relazione ai soli 9 mesi di erogazione del beneficio). Nel contempo, sarà conseguentemente interrotta l’erogazione del sussidio che avrebbe altrimenti comportato, fino al termine del periodo di erogazione della misura, un’ulteriore perdita di risorse pubbliche di oltre 1.000.000 di euro.