Si apre nel corso degli anni ’90 una nuova stagione per il cinema calabrese che andrà progressivamente liberandosi dagli schemi narrativi imperanti e si aprirà a nuove tendenze i cui germi si erano intravisti, anche se incerti e sporadici, nel decennio precedente.
Al filone generazionale ed esistenziale appartengono PREFERISCO IL RUMORE DEL MARE 1999 di Mimmo Calopresti che mette a confronto le generazioni di padri e figli. Sono due i ragazzi protagonisti anche di TORNARE INDIETRO 2002 di Renzo Badolisani che a differenza del film di Calopresti riesce a dimostrare il teorema che l’amicizia esiste. Un altro filone sarà quello storico tra cui FRANCISCO DE PAULA 1993 e IL CANTO DEI PATRIOTI 2001 di Giovanni Sole sulla vicenda dei fratelli Bandiera. Mario Foglietti realizza PRIMA CHE IL GALLO CANTI 1993 sul confino forzato di Cesare Pavese a Brancaleone Calabro durante il fascismo. MELISSA 49/99 del 2000 di Eugenio Attanasio e Giovanni Scarfò mette in scena l’eccidio di contadini durante l’occupazione delle terre nel ’49 film che avrebbe dovuto girare Giuseppe De Santis. Del ’93 è anche 18.000 GIORNI FA di Gabriella Gabrielli sulla detenzione di un ebreo polacco nel campo di concentramento calabrese di Ferramonti di Tarsia. IL PRETE ROSSO (Scene di basso brigantaggio) di Gino Urso è un film dove il brigantaggio viene visto non come un fenomeno spontaneo e ineluttabile ma causato dalla necessità e dalla povertà.
Va rivelato che a differenza dei primi decenni non ci saranno più registi del calibro di Rossellini, Pasolini, Monicelli, Comencini, Germi, Matarazzo, Camerini, che avevano scelto di ambientare i loro film di Calabria. Per Alessandro Di Robilant la Calabria che merita di essere portata sullo schermo è comunque quella de I FETENTONI 1999 e dei sequestri come nel film in due episodi per RAI UNO LA VOCE DEL SANGUE del 2001. Nel primo il protagonista eletto sindaco si ritrova ad operare suo malgrado scelte politiche che mirano al lucro a discapito della collettività, come se, alla luce dei recenti scandali in Lombardia e nel Lazio, la Calabria fosse l’unica terra ad avere i fetentoni della politica. Nel secondo il protagonista è un ragazzo che viene in Calabria a cercare i suoi genitori: morale della favola, suo padre è un mafioso ricercato dalla polizia mentre la madre è stata uccisa molti anni prima in una faida familiare!
Completiamo il quadro di questo terzo periodo citando alcuni film difficilmente catalogabili: IL DONO 2003 di Michelangelo Frammartino e LA LETTERA 2004 i Luciano Cannito. Il primo mostra uno spaccato della Calabria totalmente a sé, un microcosmo imperturbabile e distaccato, una realtà che va avanti per inerzia, senza alcuna determinazione e in un’esistenza ovattata, muta. Il secondo ci fa capire che la Calabria può essere come un qualunque altro posto al mondo, un luogo dove esistono sentimenti normali di gente normale che si interroga sul perché e del percome possa esistere, per esempio, la pena di morte. La protagonista sceglie un paesino della Calabria per darsi una sorta di esilio volontario dopo il suicidio del padre. E invece scoprirà proprio qui una passione per la vita. Un altro paesino della Calabria, Chiaravalle Centrale, era stato il set nel 1999 del film UNO SPICCHIO DI BUIO di Maurizio Paparazzo dove il protagonista arriva per ricomporre le schegge impazzite della sua coscienza frantumata tra compromessi e scelte incompatibili con i suoi principi e gli ideali di vita della sua giovinezza.
E arriviamo alla Calabria della “Grande Fiction”. La regione per una serie di fattori concomitanti ha acquisito una maggiore consapevolezza delle sue potenzialità cinematografiche e il rapporto con il cinema non vuole essere più occasionale. Intanto, appare più condivisa la necessità di non cadere nei soliti schemi stereotipati e si vuole puntare sui buoni sentimenti e su un Aspromonte non proposto come terra di sequestri. E’ il caso di L’UOMO CHE SOGNAVA CON LE AQUILE 05 di Vittorio Sindoni. Un altro fattore è la presenza ai vertici di RAIFICTION di un calabrese, Agostino Saccà, che darà impulso a realizzare delle serie televisive nella regione come il caso di GENTE DI MARE 05/07 di Peyretti e De Sisti, in 13 episodi da 50 minuti e ARTEMISA SANCHEZ 08 di Antonio Lo Giudice, 4 episodi da 90 minuti. Resta ancora un “mistero” del perché Saccà non abbia attivato la realizzazione di una serie su San Francesco di Paola nell’anno in cui ricorreva il quinto centenario della morte (+ 1507)! La stagione della fiction ha un antesignano in SE UNA NOTTE A MONTE COCUZZO 1982, 5 episodi da 30 minuti diretti da Luciano Capponi per la sede regionale RAI di Cosenza. Segue il già citato LA VOCE DEL SANGUE 2001 in 2 episodi da 100 minuti, STIAMO BENE INSIEME 2002, 8 episodi da 100 minuti diretti da Vittorio Sindoni ed Elisabetta Lodoli.
Il terzo elemento concomitante è l’istituzione nel 2006 della Fondazione Calabria Film Commission per l’audiovisivo la cui missione è creare un precedente virtuoso dal quale partire per sviluppare una fase industriale del rapporto tra la Calabria e il cinema. Il compito e l’intento è quello di offrire supporti tecnici e logistici alla varie produzioni dalle fiction RAI, alle produzioni cinematografiche e alle piccole produzioni locali. In conclusione, come si vede, l’intervento dello Stato è andato progressivamente crescendo in un primo momento attraverso il servizio pubblico RAI che realizza dei film tv, poi con delle fiction seriali, quindi con l’istituzione della Film Commission. Infine, con il POR Regione Calabria i cui fondi europei saranno “rimodulati”: si trattava di circa 36 milioni di euro. Ecco a tal proposito un estratto della Deliberazione n. 103 dell’allora Giunta Regionale Regione Calabria – seduta del 29.03.2013
“considerato altresì
che la dotazione finanziaria originaria della Linea di Intervento 5.2.5.1, ammontante ad Euro 35.978.881,00, è stata fortemente ridimensionata nel corso dell’anno 2012 e per effetto, da ultimo, dell’art. 37 della L. R. n. 69/2012, nonché per effetto della DGR n. 42/2Q13. Tale dotazione finanziaria, a seguito dell’adesione della Regione Calabria alla terza fase del Piano di Azione e Coesione, è stata ulteriormente rimodulata con approvazione da parte del Comitato di Sorveglianza tramite procedura scritta chiusa in data 10.12.2012 ed ammonta, ad oggi, a 9.952.173,00 Euro”.
(continua)
Maurizio Paparazzo
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