Il Movimento politico e d’opinione “Italia Plurale” spinge per una riforma elettorale tout court
Il “si riformista” al referendum – come è stato battezzato dal Pd e da M5s – dovrebbe aprire il cammino ad una sequela di riforme costituzionali e ad una legge elettorale pensate per controbilanciare la riduzione dei parlamentari. Alcune di queste leggi hanno già prodotto delle iniziative parlamentari, mentre di altre si è solo discusso nel confronto politico.
Sulla tempistica è arduo dare delle scadenze categoriche poiché la maggioranza – pur se attualmente ampia – deve chiarire se avviare un dibattito con le opposizioni, ed anche perché all’interno della stessa maggioranza ci sono delle divergenze notevoli. Ad esempio la legge elettorale proporzionale con soglia al 5%, il Germanicum, non avrebbe i numeri in aula già alla Camera.
È tuttavia possibile ipotizzare una road map delle riforme che il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” ritiene opportuno si debba realizzare per modernizzare il Paese.
Incominciamo dai collegi elettorali: qui con la vittoria del sì entra in essere la riduzione dei parlamentari nonché la leggina ponte che applica l’attuale Rosatellum bis (37% collegi uninominali, 63% proporzionale) ai nuovi assetti delle due Camere, vanno ridisegnati i collegi ed è necessario realizzare collegi in considerazione della popolazione presente sui differenti territori.
In sostanza il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” ritiene che innanzitutto dovranno essere istituite nuove circoscrizioni elettorali, attribuendo ad ogni Regione un determinato numero di parlamentari, a secondo della popolazione. Quindi ogni circoscrizione elettorale andrà suddivisa, a seconda degli abitanti, per il numero di seggi totali della Camera e del Senato.
Relativamente al voto ai 18enni, il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale”, oltre a quanto già è stato già approvato dalla Camera e dal Senato, è del parere che la riforma debba concedere il diritto di voto anche a coloro che ancor non 18enni, compiano gli anni nell’anno in corso delle elezioni, su loro espressa richiesta, da fare almeno 90 giorni prima della data prevista per le elezioni.
Altro punto fermo per il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” sono i c.d. “Seggi di compensazione o listino”: lo scopo del listino è quello di poter scegliere i membri supplenti, ossia fa ricorso ad esso allorché, per un qualsiasi motivo, ad uno dei membri della Camera o del Senato, non sia possibile continuare, per una qualsivoglia causa, il proprio mandato. In tal caso verrebbe sostituito dal candidato di quel partito che, nel listino, in quella data circoscrizione elettorale, abbia rappresentato il partito per cui il parlamentare, non ha più la possibilità di portare a termine il proprio mandato. Nell’ipotesi poi, del tutto eventuale, che vi siano più parlamentari, per quella data circoscrizione elettorale, impossibilitati a continuare il proprio mandato, in tal caso accanto al candidato uninominale del listino viene ad essere scelto il candidato primo dei non eletti con il sistema proporzionale puro. Spetta ad ogni partito, da solo o apparentato, indicare un candidato per quella data circoscrizione elettorale tenendo presente che l’elezione nel listino è su base uninominale.
Altro cavallo di battaglia del Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” sono i “Seggi di rappresentanza”: un’integrazione ad un tale sistema elettorale può essere costituita dai c.d. “seggi di rappresentanza”, ossia un numero predefinito di deputati, che verranno eletti con il seggio di rappresentanza. Per essere eletti con un tale sistema vanno create cinque mega circoscrizioni elettorali composte ognuna da quattro Regioni. Risulterà eletto il candidato del partito o coalizione che, pur non eletti al 1° (o 2° turno), abbia comunque superato la soglia del 5% dei suffragi in tre delle cinque mega circoscrizioni elettorali. Si darà in tale modo, ai piccoli partiti, l’opportunità di poter ottenere una propria rappresentanza elettorale in Parlamento, fondamentale in ogni “democrazia plurale”.
Con riguardo al premier, il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” ipotizza che: ogni partito politico, lista o movimento indichi un proprio candidato premier a cui le varie forze politiche si appoggiano; risulta eletto colui che ha ottenuto il maggior numero di consensi elettorali. Le forze del di cui candidato presidente ha ottenuto la maggioranza ottengono un “premio di maggioranza”. Le stesse forze politiche oltre a dovere indicare un candidato premier dovranno anche indicare un candidato vice premier, con il compito di sostituire il premier, in caso eccezionale di impedimento forzoso di quest’ultimo, ciò per portare al termine la legislatura. La legislatura dura cinque anni ed i partiti, movimenti o liste possono correre da sole o in coalizione in tal caso è previsto uno sbarramento all’7%.
Per ciò che attiene alla Legge Fornaro, che prende il nome dal capogruppo di Leu alla Camera, Federico Fornaro, che è il primo firmatario, dove si prevede che la legge elettorale del Senato non sia più a base regionale: in tal modo è più plausibile che le due Assemblee abbiano la stessa maggioranza. La legge, inoltre, a fronte della riduzione dei parlamentari, si riduce anche di un terzo il numero dei delegati regionali che nominano il Presidente della Repubblica: non più 3 per Regione ma 2, uno di maggioranza ed uno di opposizione, il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” è totalmente concorde con tale tesi.
Il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” in merito alla legge elettorale è dell’avviso che sebbene il testo base del Germanicum, sia un’ottima base di partenza tuttavia bisognerebbe abbassare la soglia al 4% e listini bloccati, prevedendo poi soglie più alte, intorno all’8-10%, in caso di coalizioni o di partiti regionalisti, con eventuale inserimento delle preferenze.
Altre due questioni di particolare importanza per una vera riforma costituzionale a parere del Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” sono: la questione della durata del mandato, ed in tal caso si ritiene che i deputati debbano restare in carica 5 anni, il loro mandato è rinnovabile per altre due legislature, vi è assoluta incompatibilità tra l’elezione a membro del Parlamento e qualsiasi altra carica a livello locale, regionale ed europeo; ed il voto per posta, questa è un’altra norma di sicuro interesse, che potrebbe permettere il voto – per posta – come è in essere nella maggior parte dei paesi democratici, utile ad evitare l’astensionismo. Va previsto così che l’elettore dovrà optare per una tale scelta almeno con quattro settimane d’anticipo sulla data effettiva dell’elezione, ed almeno una settimana prima potrà esprimere il proprio consenso, di modo tale che il voto possa essere scrutinato assieme agli altri.
Da ultimo il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” considera di fondamentale importanza l’introduzione della c.d. “sfiducia costruttiva”, come riforma che bilanci un sistema elettorale proporzionale, dove si permette di rafforzare la stabilità dell’esecutivo e consiste nell’impossibilità da parte del Parlamento di votare la sfiducia al governo in carica se, contestualmente, non concede la fiducia ad un nuovo esecutivo; in questo modo un governo, nonostante abbia perso la maggioranza parlamentare, può continuare a rimanere in carica nel caso in cui le forze politiche in parlamento non riescano ad accordarsi per formare un nuovo governo.
Il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” pertanto invita il Parlamento ed il governo a mettere mano ad una seria riforma costituzionale prima che si chiuda l’attuale legislatura e spera altresì che queste sue proposte possano essere prese in considerazione dalle varie forze politiche.