È dal 1943, più esattamente dall’8 settembre, che qualche italiano si sforza di parlare di cose italiane come fossero americane; donde le amerikanate, di cui vi porto un solo veloce esempio: la parola felicità, con annessa “ricerca” della medesima, che in italiano vuol dire uno stato d’animo sublime eroico erotico, in America è solo modesto benessere senza troppi guai. Una bella differenza, vero? E invece gli amerikanomani pensano sia la stessa cosa; cercano la felicità e diventano matti nevrotici.
Idem per la politica. L’esempio più grossolano è quando si sente parlare di Stati Uniti d’Europa, ignorando che gli Stati Uniti d’America si chiamano così perché, nel 1776, alcuni alti intelletti (attenti alla differenza con gli arruffoni!) di 13 colonie britanniche le dichiararono indipendenti, e, scrivendo una costituzione seria e realistica, trovarono il punto ottimo tra le autonomie e l’unione; anche se, per decidere se gli USA sono una federazione o una confederazione ci volle la sanguinosa guerra civile 1861-5. Di fatto, le colonie erano poche città con territori inesplorati: quindi nacquero prima gli Uniti che gli Stati. In Europa, come mostrano le guerre degli ultimi tremila anni, è il contrario.
I fondatori degli USA erano inglesi; e in Inghilterra, dal 1714 Gran Bretagna con la Scozia, da tempo c’erano i club politici, grosso modo distinti tra più conservatori e più progressisti. Negli USA, si formarono due partiti, repubblicano e democratico, che tuttora rimangono due, e ogni altro tentativo abortì prima di nascere.
Entrambi i partiti USA hanno degli estremi molto minoritari, in particolare i democratici, qui con tendenze anarcoidi e palingenetiche assai presenti in letteratura, cinema, musica, ma senza valenza politica ed effetti elettorali. I giornalisti europei pigliano per opinione pubblica americana quelle belle parole al vento che l’immortale don Leo definiva “elucubrazioni metafisiche che rasentano la follia”; e hanno più seguaci in Europa che in America. Se uno vede la RAI italiana, si convince che il 95% dei cittadini odia Trump, e che quindi egli, nel 2016, sia stato eletto dai Marziani.
Torno a dire, non c’è alcuna somiglianza. Anche in Italia c’era un Partito Repubblicano, quello personale di La Malfa, che rappresentava sì poteri fortissimi ed era sempre al governo, però pigliava l’1,5% dei voti. L’attuale Partito Democratico italiano è uguale a quello USA solo nell’abbreviazione “dem”. Per esempio, i dem italiani sono pacifisti alla Lamorgese, mentre quelli USA, Obama in testa, hanno un curriculum di guerre da far invidia a Pericle… che per altro era un democratico. Trump, se non gli succede niente, chiude il primo mandato come unico presidente USA a non aver iniziato un conflitto, ed averne evitati parecchi.
La differenza di fondo tra i partiti italiani e quelli USA è che questi vivono dal 1776, mentre, da allora, l’Italia ha cambiato infiniti assetti statali (Leggete il mio “Storia delle Italie”), e sono nati e morti infiniti partiti, tutti in profondo disaccordo su tutto.
Attenzione ai riscorsi retorici su presunti “valori comuni”: io, per esempio, ho scarsissimi comuni valori con il centro(destra) per cui occasionalmente, e con fastidio, capita che voti, e nemmeno sempre; e nessunissimo in comune con la sinistra, della quale però apprezzo la straordinaria capacità di inventarsi simpatiche utopie. Nel 1937 avrei avuto ottime probabilità di passare dei guai giudiziari, come accadde, tra gli altri, al fascistissimo principe Pignatelli, quello degli 88. Insomma, italica babele.
Se io vado a votare alle primarie del PD di Soverato, e vi incontrerei diversi amici personali, pago due euro e voto; se un repubblicano USA va a votare per le primarie democratiche, a N. York lo cacciano, in Arizona… omissis. E viceversa. nella precedente legislatura, molte centinaia di deputati e senatori italiani cambiarono partito: vai a farlo nel Texas…
I partiti americani, per altro, sono familiari e dinastici. Una trentina di anni fa si lesse, con scalpore, che un giovane Kennedy era diventato repubblicano: ma durò un minuto. Un Bush democratico sarebbe l’ircocervo.
Un’altra differenza curiosa. A Roma antica, come testimoniano da Pirro a Catone eccetera, le donne avevano un grandissimo potere; ma non ci fu mai una consolessa, bensì la suocera del console come per lo scandalo dei Baccanti del 186: ve lo racconto un’altra volta. Così negli USA patria del femminismo, non ci sarà mai una presidentessa, perché il presidente, erede di Washington, è il comandante delle FFAA; e, sempre per esempio, il tentativo della Clinton di passare per guerrafondaia non ebbe alcun successo nemmeno agli occhi delle donne. Eppure ne fece, di guerre!
In Italia, uomini e donne… tanto fanno, con qualche rara eccezione, lo stesso danno. Vedi le ministresse della scuola di c(dx) e sx, tutte una peggio dell’altra e l’altra peggio dell’una, l’attuale in primis.
Conclusione: è inutile, o partiti italiani, fare le mosche cocchiere; meglio fare come Lucrezio quando, dalla spiaggia, assisteva alla nave in tempesta altrui.
Ulderico Nisticò