E’ stato formalmente proposto al Consiglio regionale da Calabria Condivisa un disegno di legge per incentivare le attività di smart working nei piccoli comuni, a scrivere la norma non poteva che essere un cittadino di uno dei borghi più belli, Gerace, già estensore del disegno di legge nazionale con lo stesso tema che ha già iniziato il suo iter parlamentare, Francesco Maria Spanò. Insieme a lui hanno contribuito Alberto Serafin, docente dell’Università di Cassino e lo scrittore Claudio Serafin.
Allora perché proporlo anche a livello regionale?
Tutto nasce da un incontro di Calabria Condivisa con Francesco Maria Spanò, redattore della norma, per sostenerla e per trarne gli opportuni vantaggi per la Calabria. Dall’incontro però non ci si è limitati a trattare l’argomento, ne è nata in più l’esigenza di far capire, prima di tutto a noi stessi calabresi, che le cose possono cambiare se lo vogliamo ma, soprattutto, di non aspettare altri per farlo. In piena filosofia di Calabria Condivisa, organizzazione non profit che ha creato una fitta rete di calabresi che intendono cambiare le dinamiche della propria regione, senza aspettare che lo facciano altri.
Francesco Maria Spanò, direttore di People & Culture, ha quindi assunto il compito, su invito di Andrea Casile, di Calabria Condivisa, di adattare il testo normativo alla competenza regionale e in men che non si dica il testo era pronto per l’invio ai consiglieri regionali.
Parte così “dal basso” l’iniziativa, in attesa che il testo venga firmato per la proposta formale. Ma cosa prevede nel dettaglio la futura norma?
Il testo dal titolo “Misure di sostegno e incentivi alle imprese che attivano e agevolano il lavoro agile o smart working ai fini del ripopolamento dei piccoli comuni della Regione Calabria” elaborata da Francesco Maria Spanò (Direttore People & Culture dell’Università “Luiss Guido Carli” di Roma e componente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Ass.ne I Borghi più Belli d’Italia) e sostenuta dall’Ass.ne Calabria Condivisa.
La proposta di legge punta a far vivere e far lavorare nei piccoli borghi, rafforzando le reti digitali e sfruttando le potenzialità dello smart working, con l’obiettivo di rianimare i borghi stessi ravvivando il relativo tessuto socio-economico e riattivando la filiera locale di beni e servizi. I piccoli comuni diventerebbero centri innovativi della vita professionale di tutti quei lavoratori che sceglieranno, grazie a incentivi pensati per il lungo periodo, di risiedere lontano dalle città metropolitane, favorendo un ambiente “a misura d’uomo”.
La proposta rappresenta inoltre un importante elemento di congiunzione con la proposta di legge “Delega al Governo per la promozione del lavoro agile nei piccoli comuni” presentata nel mese di luglio 2021 presso la competente Commissione del Senato della Repubblica. Proposta di legge nazionale che si compone a partire da quattro pilastri, elaborati in tre articoli: il ripopolamento dei borghi d’Italia; una nuova e più versatile definizione di smart working; garanzia dei servizi essenziali e di incentivi volti alla migrazione presso i piccoli comuni; la valorizzazione del territorio e delle attività locali e artigianali.
“Riteniamo che sia fondamentale” – dicono i promotori della norma – “ la sinergia tra Istituzioni ed Associazioni per aggiornare il sistema normativo regionale su una tematica importante come il ripopolamento dei piccoli comuni e per tale motivo ci stiamo attivando per coinvolgere altre associazioni che operano sul territorio regionale”. E, rivolgendosi ai consiglieri regionali che formalmente dovrebbero sostenere e presentare la norma in Consiglio, “vi chiediamo di essere firmatari della presente proposta e di presentarla al Consiglio Regionale per l’approvazione.“