La pericolosissima pandemia di COVID-19 ha causato finora in Italia più di 26000 decessi ed i numeri sono ancora in crescita. Per le sue caratteristiche questa patologia sta cambiando il nostro modo di vivere e di lavorare, ed anche i modelli di organizzazione sanitaria devono profondamente mutare in questo drammatico momento storico .
I pazienti infettati da COVID-19 che necessitano di un ricovero ospedaliero presentano una polmonite virale che frequentemente è complicata da una grave insufficienza respiratoria ed evolve, nei casi di maggior severità, in quadri clinici drammatici che richiedono l’intubazione del paziente. In tutto il territorio nazionale nel corso dell’emergenza ci si è avveduti dell’inefficienza di una programmazione sanitaria orientata sempre ad una costante riduzione dei posti letto e delle risorse umane e tecnologiche. E’ necessario ed urgente pertanto un cambiamento radicale del modello dell’organizzazione sanitaria, tenendo anche conto che nuove emergenze potranno presentarsi in futuro.
In questo contesto le Unità Operative di Pneumologia sono in prima linea e stanno svolgendo un ruolo fondamentale in tutte le regioni; medici pneumologi, infermieri, operatori sanitari con competenza, dedizione e grande spirito di sacrificio si occupano dei pazienti affetti da Covid-19. Le unità di terapia subintensiva respiratoria per il trattamento dei pazienti critici respiratori sono state implementate in Italia, in particolare nelle zone dove l’emergenza ha raggiunto dei livelli drammatici.
In futuro tali unità dovranno diventare una parte integrante di ogni reparto di Pneumologia ! Per fronteggiare questa emergenza, con la Direttiva del Ministero della Salute prot. Gab 2627 dell’01 marzo 2020 recante oggetto: Incremento di disponibilità di posti letto del SSN e ulteriori indicazioni relative alla gestione dell’emergenza COVID-19, sono state fornite alle Regioni e alle PP.AA. le indicazioni relative alla necessità di incremento della disponibilità per le discipline Pneumologia (cod. disciplina 68), Terapia Intensiva (cod. disciplina 49), Malattie infettive e Tropicali (cod. disciplina 24), e ulteriori indicazioni relative alla gestione dell’emergenza COVID-19.
La direttiva stabilisce che sia “necessario, nel minor tempo possibile, in strutture pubbliche e in strutture private accreditate,
a. attivare un modello di cooperazione interregionale coordinato a livello nazionale;
b. attivare a livello regionale, nel minor tempo possibile, un incremento delle disponibilità di posti letto come segue:
1. del 50 % del numero dei posti letto in terapia intensiva;
2. del 100 % del numero dei posti letto in unità operative di pneumologia e in unità operative di malattie infettive, isolati e allestiti con la dotazione necessaria per il supporto ventilatorio (inclusa la respirazione assistita).”.
E’ stato quindi stabilito il raddoppio dei posti letto pneumologici e infettivologici ed un aumento del 50% di quelli di rianimazione.
Preoccupa il fatto che la Regione Calabria, pur non essendo coinvolta dalla pandemia come altre Regioni, non stia rispettando in alcune aree del territorio le indicazioni fornite dal Ministero.
Dopo la paventata chiusura dell’U.O. dell’Ospedale di Castrovillari, fortunatamente evitata, preoccupa in particolare la situazione nell’Ospedale di Lamezia Terme, città con vastissimo bacino di utenza ed ai primi posti in Calabria per numero di abitanti. Nell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme addirittura l’aumento dei posti letto dell’U.O.C. di Pneumologia era stato stabilito già molto prima dell’emergenza sanitaria da Covid-19, ma non è mai stato attuato.
L’ U.O. di Pneumologia può accogliere nelle stanze di degenza 12 pazienti, eppure la Regione Calabria aveva autorizzato 18 posti di degenza ordinaria più 2 posti di Day Hospital, come stabilito dal DCA n. 64 del 2016 e dal DCA REGIONE CALABRIA n. 124 del 20 SET. 2019 OGGETTO: Programma Straordinario di Investimenti ex art. 20, L. 67/88. Accordo di Programma integrativo per il settore degli investimenti sanitari. Approvazione del Documento Programmatico.
Tutto ciò considerato, l’AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri), nella persona del sottoscritto presidente regionale, chiede che siano rispettate le indicazioni fornite dal Ministero della Salute e dal Documento Programmatico Regionale, con aumento dei posti letto, miglioramento della dotazione tecnologica (stanze di terapia subintensiva, acquisto di ecoendoscopio ed attrezzature di broncoscopia già autorizzato da anni dal precedente Direttore Generale ma mai effettuato), adeguamento strutturale dell’U.O. che preveda stanze di isolamento respiratorio.
L’emergenza da Covid-19 ha messo in evidenza le gravi carenze del sistema sanitario, ma ci ha anche insegnato che gli errori del passato non devono essere ripetuti, e che non ha più senso parlare di PIANO DI RIENTRO, ma di PIANO DI SVILUPPO.
Dr. Paolo Gambardella
Presidente Regionale AIPO
Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri