Ora parliamo degli scafisti


scafisti Gli scafisti sono quei mascalzoni che, riscuotendo un prezzo alto anche per noi e immane per l’Africa e l’Asia, trasportano clandestini in Italia, utilizzando a tale scopo dei mezzi al di sotto di ogni definizione: barconi decrepiti, vecchi gommoni da turismo… Più esattamente, lanciano un messaggio e aspettano che navi italiane o di chissà chi vengano a prenderli.

 E spesso accade che gommoni e barconi divengano trappole mortali per decine e centinaia di esseri umani. Negli ultimi giorni, secondo stime ufficiali, i morti sono settecento (700)!

 Mi pare evidente che questi scafisti commettano una sfilza di odiosi reati, il più lieve dei quali è “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”, e il più evidente è l’omicidio colposo, anzi strage.

  Molto raramente sentiamo che questi criminali siano stati “fermati”, e quasi mai sentiamo di loro condanne. E siccome polizie e magistratura, quando vogliono, sanno fare il loro mestiere, qui ho il legittimo dubbio che qualcuno impedisca loro di farlo. Infatti, cosa accadrebbe se un capitano di traghetto, dico di traghetto regolare, imbarcasse più passeggeri del previsto? Sarebbe arrestato, vero? E invece gli scafisti ne portano a piacimento, espongono alla morte i loro diciamo così passeggeri, poi si spacciano per profughi, e finiscono comodamente ospitati. Tornano indietro, e ricominciano.

 Agire contro gli scafisti dovrebbe essere prioritario in ordine di tempo. Agire vuol dire, in italiano, agire.

 Cosa farei, io? Ve lo spiego subito.

  1. Individuerei una fattispecie di reato che equipari lo “scafismo” alla pirateria, un solo articolo che non lasci spazio a sofismi avvocateschi: “scafista uguale pirata”.
  2. Una volta dichiarati “pirati”, sarebbe ovvio porre gli scafisti fuori legge e fuori da ogni tutela giuridica. Con tutte le conseguenza del caso: capito?
  3. Per far comodamente ciò, basterebbe dichiarare d’interesse e competenza italiani le acque internazionali dall’Africa alle nostre coste.

 Se un paio di scafisti verranno trattati come sopra proposto, vedrete che non tanto gli altri faranno gli spiritosi con la pelle dei poveracci e con  la dabbenaggine dell’Italia!

 A proposito, se sopra un barcone viaggiano, diciamo, cinquecento persone, e pagano, diciamo, duemila euro a testa, fa un milione di euro a viaggio, o vivi o morti: un milione a viaggio; dove finisce tutto questo abisso di denaro?  Non solo agli scafisti singoli, penso. E qui la cosa mi puzza ancora di più: c’è troppa gente che, a vario titolo, ci campa sopra, in questo traffico di clandestini; e non solo solamente gli scafisti. Intanto, cominciamo con loro.

 Sono malvagio? Voglio aiutare l’Africa e l’Asia in Asia e Africa e non qui. E aiutare a lavorare, non a campare di elemosina di fronte ai negozi. Fatevi un giro per Soverato.

Ulderico Nisticò


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