Assolti perchè il fatto non sussiste: è terminato così il processo per i presunti abusi nella realizzazione delle opere anti erosione effettuate nella baia di Soverato. Il collegio, presieduto dal giudice Alessandro Bravin, ha assolto con formula piena i cinque imputati: Saverio Mirarchi, responsabile del settore lavori pubblici al Comune di Soverato, gli ingegneri Maurizio Benvenuto e Paolo Contini, l’architetto Antonio Raffele Riverso e il geologo Beniamino Tenuta. L’indagine era partita nel 2010 con le ipotesi di accusa di abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, costruzione in assenza di permesso e distruzione o deturpamento di bellezze naturali. Secondo quanto si legge nella sentenza emessa oggi, invece, “l’approvazione del progetto definitivo dei lavori di recupero ambientale e salvaguardia del litorale costiero del Comune di Soverato, oggetto di finanziamento su accordo di programma quadro in materia di erosione delle coste, era stata preceduta da un iter istruttorio pienamente rispondente ai parametri di legge”.
In conclusione, secondo i giudici, non sussistono “l’abuso d’ufficio in quanto difetta l’elemento della violazione di legge; il reato di falso, in quanto la firma di Mirarchi attestava una regolarità formale, dell’iter di approvazione del progetto, effettivamente ricorrente; l’abuso edilizio in zona vincolata e la relativa deturpazione ambientale perchè l’intervento era stato assentito da tutti i provvedimenti legalmente previsti”. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Giovanni Merante, Giancarlo Pittelli, Natale Ferraiuolo, Vincenzo Cicino e Saverio Pittelli.