Sequestrati 360.000 euro in contanti dalla guardia di finanza di Crotone. Nella notte, i finanziari, hanno effettuato una serie di perquisizioni in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura di Catanzaro a carico di persone accusate di aver occultato denaro contante per conto del capo del “locale di ‘ndrangheta” di San Leonardo di Cutro. L’attività, coordinata dal Procuratore Capo Nicola Gratteri e diretta dal Sostituto Procuratore Domenico Guarascio, ha consentito di sequestrare ingenti somme di denaro ritenuto provento dei delitti della cosca.
La precedente indagine “Malapianta”, sempre condotta dai finanzieri di Crotone diretti e coordinati dalla Procura di Catanzaro, ha consentito di scoprire l’esistenza di una “locale di ‘ndrangheta” nell’agro di San Leonardo, ricadente nel Comune di Cutro, in provincia di Crotone, facente capo alle famiglie Mannolo, Trapasso e Zoffreo con ramificazioni operative non solo in Calabria ma anche in Puglia, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, nonché, con proiezioni estere. A capo del sodalizio, secondo quanto emerso dalle indagini, vi era Alfonso Mannolo che, per come emerge da una conversazione captata in modalità ambientale alcuni anni fa, fu inserito fra i “grandi della ‘ndrangheta” da Nicolino Grande Aracri che ne sanciva, dunque, l’autorità mafiosa.
In “Malapianta” erano emersi elementi che facevano supporre come il boss di San Leonardo avesse incaricato persone “insospettabili” ma legate alla cosca, di custodire per suo conto ingenti somme di denaro contante. Venne pertanto avviata l’odierna operazione “Soldi rosso sangue” con la quale la Guardia di Finanza di Crotone ha posto in essere indagini finalizzate, fra l’altro, all’individuazione della liquidità contante del boss del “locale” di ‘ndrangheta di san Leonardo di Cutro, Alfonso Mannolo (attualmente detenuto).
I finanzieri hanno pertanto: analizzato le attività di intercettazione; esaminato le stesse captazioni alla luce delle dichiarazioni del figlio del capo cosca, Dante Mannolo, il quale ha intrapreso il percorso di collaborazione con la giustizia; passato al setaccio le frequentazioni degli affiliati alla cosca e le loro amicizie e, non da ultimo, hanno dato luogo a impegnativi servizi occulti di osservazione. In tal modo sono stati identificati alcuni soggetti ed individuati una serie di siti dove era presumibile ritenere fossero occultate somme di denaro contante.
Denaro la cui custodia o, in alternativa, la gestione, era stata demandata dal capo della locale di ‘ndrangheta ai soggetti alla stessa vicini. Nel corso delle perquisizioni effettuate dai finanzieri all’alba del 10 febbraio, occultate all’interno di intercapedini dei muri di un’abitazione e di un muro di cinta di una villa, sono state rinvenute mazzette di denaro contante per un totale di 360.000 euro circa. Con l’Operazione “Soldi rosso sangue” è stata colpita la “cassaforte della cosca di ‘ndrangheta dei Mannolo” costituita, secondo quanto emerso dalle indagini: con i proventi di usura, estorsione e traffico di droga.