Hanno fornito ulteriori elementi su quanto accaduto in sala operatoria e illustrato quei “campanelli d’allarme” visivi che possono aiutare un medico a capire le condizioni del paziente che ha sotto i ferri.
È ormai alle ultime battute il processo con rito abbreviato in corso al Tribunale di Catanzaro sul caso dell’oncologa soveratese Caterina (Catia) Viscomi, 43 anni, finita in coma all’ospedale “Pugliese” il 6 maggio 2014 durante il parto cesareo col quale ha dato alla luce il proprio primogenito.
Una vicenda per la quale sono imputati due medici accusati di lesioni e falso e per i quali la Procura ha chiesto una condanna a due anni e otto mesi.
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