Nuovo progetto di street art sulle distanze sociali e l’empatia post pandemia


Nei giorni scorsi in città, sono apparsi dei nuovi pezzi di Street art per lo più raffiguranti abbracci, successivamente con la medesima tematica, la “stessa mano” e firma sono stati affissi anche a Messina, in Sicilia. Si sono materializzate inoltre anche diverse opere a tema antifascista, contro il sessismo, lo specismo e per sensibilizzare contro il razzismo, un tema caldo e importante dopo l’ondata leghista, fenomeno che purtroppo ha toccato anche il sud Italia e l’omicidio di George Floyd che ha sconvolto, non solo la città di Minneapolis, ma tutti coloro che credono nella democrazia e nell’uguaglianza.

Nelle opere più importanti sono apparsi bambini, donne, uomini e anziani, alcuni disegnati a volto scoperto, altri con la mascherina, altri ancora addirittura con la maschera antigas. Questo progetto chiaramente si ricollega a ciò che negli ultimi tre mesi abbiamo vissuto, il COVID-19, la Pandemia, l’isolamento e il distanziamento sociale. La distanza tra persone però non si è creata ieri o oggi, ha origini ben più profonde e radicate. Questa del coronavirus è solo l’ennesima batosta che riceviamo, spiega l’attivista e street artist che si firma “Simona” con la a di anarchia.

Quello dell’individualismo e della paura dell’altro è un fenomeno molto diffuso in cui i soggetti non conformi ai modelli proposti nella nostra società, vengono isolati ed emarginati. Le distanze, la diffidenza, le abbiamo vissute e continuiamo a viverle, ad esempio con il razzismo dilagante, una piaga che sembra non avere fine e che anzi ogni giorno viene foraggiato da soggetti che dovrebbero indirizzare la collettività verso una coesione pacifica e gioiosa e invece portano avanti la bandiera della diseguaglianza.

Come una certa classe politica ad esempio, che ha compreso che separare funziona e quindi alimenta la paura col fine ultimo di portare avanti la propria campagna elettorale a qualunque prezzo, persino con l’utilizzo della menzogna, sostituita puntualmente alla verità. In questa situazione emergenziale, abbiamo visto materialmente come questa società non sia alla portata di tutti e che i soggetti più deboli vengano continuamente vessati più che sostenuti e aiutati, basti pensare ai diversi episodi accaduti in tutta Italia dei senza tetto multati, proprio perché non hanno una casa. Capita ancora di assistere a gesti di solidarietà e vicinanza, ma l’unione tra persone e l’empatia si fanno sempre più miraggi lontani piuttosto che realtà concrete, ecco perché il messaggio del “volersi bene” e fare gruppo diventa oggi di fondamentale importanza.

È proprio questa la chiave di lettura di questo nuovo progetto di urban art, riabbracciarsi, ripristinare la fiducia, costruire rapporti e coltivarli allontanando diffidenza e paura, esercitare gesti di amore e gentilezza gratuiti e non solo coi nostri affetti più cari, perché il senso della vita sta nel considerare che la nostra famiglia è l’altro e la nostra patria è il mondo intero.