“Desideriamo precisare che, pur rifiutando le emotrasfusioni, i Testimoni di Geova considerano sacra la vita, apprezzano i progressi fatti in campo sanitario e accettano volentieri le cure mediche per se’ e per i propri figli”. Lo precisa l’ufficio informazione pubblica dei testimoni di Geova di Catanzaro, in merito alla notizia diffusa lo scorso 18 aprile dal Garante per l’Infanzia della Regione Calabria, Antonio Marziale, secondo il quale sarebbe stata negata la trasfusione ad una minorenne, per cui, per aggirare il parere negativo dei genitori, si e’ reso necessario l’intervento del Tribunale dei Minori.
“I genitori – si precisa nella nota – hanno portato prontamente la loro figlia adolescente all’ospedale perche’ venisse curata. L’unica richiesta che hanno rivolto ai medici e’ che alla figlia tredicenne non venissero praticate trasfusioni di sangue intero o dei suoi quattro componenti principali, cosa peraltro ribadita piu’ volte e con convinzione dalla giovane stessa. E’ importante sottolineare – precisano i testimoni di Geova – che rifiutare una trasfusione di sangue e’ una cosa molto diversa dal rifiutare le cure. In linea generale, infatti, le trasfusioni sono solo uno dei diversi trattamenti medici praticabili in situazioni di emergenza e, spesso, non sono nemmeno il trattamento migliore. Autorevoli studi scientifici dimostrano che i pazienti sottoposti a terapie alternative alle trasfusioni di sangue, bambini inclusi, di solito si riprendono al pari o anche meglio dei pazienti che accettano emotrasfusioni”.
Nella nota si sottolinea che “la posizione dei Testimoni di Geova in merito alle trasfusioni di sangue non costringe il personale medico ad alcun tipo di ritardo nell’amministrare a minori eventuali trasfusioni considerate salvavita: i medici sanno che, nel caso di pazienti minorenni, se ritengono sussista davvero lo stato di necessita’, hanno la facolta’ di agire senza nemmeno bisogno dell’autorizzazione del giudice tutelare (come confermato anche lo scorso 15.03.2018 dal Tribunale per i Minorenni di Firenze nella sentenza n. 1176). Il fatto che nel caso in questione si sia voluto attendere il via libera del magistrato fa pensare – e’ scritto – che, per quanto la situazione fosse seria, non vi era un pericolo imminente per la vita”.
Nella nota si precisa anche che “in materia di cure mediche, le decisioni prese dai singoli testimoni di Geova sono assolutamente personali e libere: non vengono affatto imposte dalla confessione. La Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova – si legge sempre nella nota – coopera da sempre con le autorità, ed anche in questo caso e’ piu’ che disponibile a spiegare nel dettaglio ai soggetti interessati la propria posizione in merito alle trasfusioni di sangue sul piano dottrinale e medico-legale; sarebbe inoltre lieta di mettere in contatto gli operatori sanitari con una rete di medici e strutture sanitarie specializzate nel curare tutti i pazienti senza emotrasfusioni”. Secondo quanto si legge, infine, “alcuni fraintendimenti derivano solo da una scarsa conoscenza dell’effettiva posizione dei Testimoni di Geova sull’argomento trasfusioni, posizione – vale la pena ribadirlo – del tutto compatibile col dettato costituzionale”. (Agi)
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