Negato l’accreditamento al corso di laurea in Scienze dell’educazione dell’università di Catanzaro. Concessa invece Ostetricia. La notizia del diniego, data in modo alquanto vago, e dell’approvazione invece di Ostetricia, inducono a riflessioni abbastanza ovvie.
Ostetricia è o non è. È una branca della medicina non soggetta a interpretazioni più o meno ideologiche: quindi o è fatta bene al 100%, o non esiste, e non può esistere al 30% o al 70%. Si vede che Ostetricia di Catanzaro era fatta bene.
Educazione, invece, sa tanto di quelle cose che nei convegni estivi riscuotono applausi dagli sfaccendati, e che a qualcuno fruttano pr€mi letterari e cittadinanze onorarie, e vanno avanti a belle e vaghe parole, e si concludono con un appello antimafia segue cena. Tipo quando a Cosenza istituirono un misterioso corso di PEDAGOGIA DELLA R-ESISTENZA: giuro che è vero, per strambo che paia. Segue ovvio fallimento.
Mi spiego. Psicologia, Antropologia, Sociologia sono scienze o non scienze secondo chi le tratta e le circostanze in cui sono trattate; e la differenza è abissale. Ovviamente, meno scienze sono, più hanno successo di piazza, e cittadinanze e pr€mi. Ecco perché oggi la Calabria pullula di sociologi e antropologi della domenica. E non vi dico quanti sono gli storici e i grecisti!
Ora statemi bene a sentire, rettore in testa. Ricorderete forse, ma Cuda certamente sì, che quando Cosenza fece il colpo di mano di Medicina, io proposi un’immediata e decisa controffensiva, con l’istituzione di una Facoltà di Lettere. Lettere, ragazzi, non quelle cose che non significano niente tipo “cultura umanistica”.
Lettere, con italiano glottologia latino greco storia filosofia… roba vera; latino con periodo ipotetico dipendente di terzo tipo, non una spruzzata di rosa/ae; greco, non fantasiosa “grecità”, ma botte di aoristi terzi cappatici come se piovesse.
Materie per cui servono glottologi e grecisti e latinisti e storici eccetera, e non strimpellatori di piazza mezzo dialettofoni. E materie per cui “la va a pochi” per forza, sia professori sia allievi; e c’è poca, anzi nessuna trippa per gatti che gatti non siano con baffi e unghioni.
E invece Unicz, alla catanzarese maniera, ha provato a fare cosa a mezza cottura, magari per guadagnare iscritti facili, per accarezzare qualche cittadino onorario di Belforte, e senza offendere i lontanissimi cugini sul Crati. Risultato, a Catanzaro niente Lettere… e nemmeno Scienze dell’educazione.
Dice il giornale che ne parliamo l’anno prossimo, ovvero il solito calabresissimo “poi vidimu”: poi…
Ulderico Nisticò