Basta soldi alle associazioni finte dell’antimafia. È questo l’auspicio di Nicola Gratteri, procuratore aggiunto del Tribunale di Reggio Calabria, in un’intervista rilasciata al Quotidiano nazionale. Per Gratteri “non si può fare dell’antimafia un mestiere. Invito politici ed enti locali a non erogare più denaro pubblico ad associazioni che nascono dal nulla”. Poi prosegue affermando che in merito ci sono indagini in corso “ci sono casi di soggetti che hanno ricevuto importi che sfiorano il milione di euro di contributi. Gente furba che si fa vedere vicino a magistrati e vittime di mafia ma che, in realtà, non ha mai prodotto nulla. Persone che ottengono la legittimazione tenendo incontri nelle scuole e magari relegano nell’ombra chi, davvero, i crimini di mafia li ha vissuti sulla propria pelle”.
Da qui la soluzione, “invece che fare incontri molto spesso inutili nelle scuole – propone -, si assumano insegnanti, iniziando dai territori ad alta densità mafiosa. Si dia modo ai ragazzi di fare il tempo pieno, anziché rimandarli a casa, col rischio che si nutrano di cultura mafiosa”.
Per Gratteri inoltre l’operato del governo nella lotta alla mafia sarebbe poco invasivo, “ha fatto piccole cose, come l’inasprimento delle pene nel 416 bis, ma si può fare molto di più. Negli ultimi mesi non ho visto lo scatto che auspicavo”. Le stesse tesi erano state sostenute da Gratteri nel corso del premio “Stelle del Sud” a Camigliatello Silano, organizzata dall’associazione Assud, durante il quale il magistrato ha anche annunciato di essere pronto a presentare domanda per aspirare a diventare procuratore della Repubblica di Catanzaro.