Quando venne a termine l’epocale procedimento giudiziario per il Vajont, i responsabili erano tutti morti di tranquilla e ricca vecchiaia; e mors solvit omnia, cioè i morti non possono andare in galera.
Stavolta il trio Conte – Salvini – Di Maio non sta ad aspettare un processo con eterni rinvii per cavilli o perché la nonna del giudice ha il menarca; e intanto toglie le concessioni a quelli che, per brevità e per capirci meglio, chiamiamo i Benetton. Fregandocene degli espedienti formalistici per cui non sono i Benetton ma la società XXX.
La modalità Conte – Salvini – Di Maio dev’essere contagiosa, se tutti i tg e giornali, persino quelli ostili, dicono Benetton e non XXX o ZZZ; e se tutti, giornali e tg, ci stanno raccontando che in tanti anni nessuno ha messo mano, fino al crollo di un ponte che in tanti avevano denunziato essere pericolante. E mentre qualche sparuto giurista, professionale o dilettante, tenta di arrampicarsi sul politicamente corretto, i giornalisti più onesti parlano di fallimento dello Stato, e in particolare di chi ha (si fa per dire) governato, cioè la sinistra con benevola occhiata del centro(destra).
Non era un ponte qualsiasi, ma il nodo autostradale di gran parte del Nord e dell’economia dell’intera Italia; e percorso ogni giorno da molte migliaia di mezzi e persone. E mentre si avvertiva che il ponte era sempre più fragile, se ne sono fregati altamente i seguenti enti e personaggi:
– i Benetton e loro “amici” fotografi e politicanti e intellettuali: amici, e si sa che chi trova un amico trova un tesoro; e che tesoro!
– tutti i governicchi della Prima e Seconda repubblica fino a maggio 2018: tutti, con DC PSI PCI PSDI PRI PLI FI PD LeU eccetera;
– tutti gli uffici dello Stato;
– tutte le giunte regionali della Liguria: altro che commissario straordinario Toti!
– tutti i sindaci di Genova: chi ha dato il permesso di costruire case sotto i piloni?
– e quanti altri.
Ora in tutta la Nazione, senza distinzione di aree geografiche, si accorgono che qualche ponte rischia di crollare. Il sindaco, di Soverato, Alecci, ha pubblicato la foto di un pilone gravemente corroso. Io, a scanso di equivoci, gli ho fatto notare che era quello degli anni 1980, mica quello, parallelo, del 1930, che sta benissimo e starà ad multos annos. Così, tanto per fare lo storico.
Dunque tanti ponti (diecimila, pare!) sono stati abbandonati da uno Stato inetto e disonesto; e da privati così avidi di soldi che, il giorno del disastro, fecero pagare il pedaggio alle ambulanze dei soccorsi. Fuori dai piedi, dunque, i Benetton. Poi facciano ricorso: con i tempi della giustizia italiana, carpent tua poma nepotes, se ne parla dopo due o tre generazioni. I tempi della giustizia? Lo ha detto Conte, che di mestiere fa il giurista e avvocato.
È con i tempi della giustizia che i truffatori vivono felici, attendendo sentenze civili che non arrivano, e reati penali che vanno in prescrizione: una complicità di fatto, sebbene inconsapevole.
Per il momento, il Governo toglie ai Benetton la concessione. Ai Benetton, e loro amici, inclusi politicanti, intellettuali e fotografi.
Ulderico Nisticò