Né guerra né pace, e Orban


 Orban, che è presidente di turno dell’Europa (dis)Unita, ci prova a fare la pace nell’unico modo possibile, cioè sperando che Russia e Ucraina aprano delle trattative. Protesta… l’Europa!

 Da un punto di vista pragmatico, e, storia delle guerre alla mano, non è nemmeno vero, ora che ci penso, che la trattativa è l’unica via: infatti, ci sarebbe la guerra, però a patto che sia guerra sul serio. Vi faccio un esempio: nel 1943 USA, Gran Bretagna e Unione Sovietica a Casablanca decisero che il conflitto contro Germania, Giappone e Italia si doveva concludere solo con la resa di queste tre senza condizioni, quindi dopo una guerra ad oltranza. Andò secondo le loro aspettative, con la resa dell’Italia l’8 settembre di quello stesso anno, della Germania ormai devastata e occupata nel maggio del 1945, e del Giappone il seguente agosto dopo due bombe atomiche. Da un punto di vista polemologico, era lo stesso, per fare un altro esempio, della radicale distruzione di Cartagine del 146 a.C., con semina a sale delle rovine.

 Sono innumerevoli tuttavia le guerre meno rovinose e sanguinose, e concluse con compromessi. Ve ne racconto una che ci riguarda da vicino: nel 1731 scoppiò la guerra detta di Successione polacca, che tuttavia di polacco ebbe poco, e anche poco di guerra e molto di diplomazia, e nel 1734 Carlo di Borbone divenne re di Napoli e re di Sicilia [separati], e Francesco Stefano, lasciata la Lorena, divenne nel 1737 granduca di Toscana; mentre i Savoia conquistavano un bel pezzo di Lombardia. Per fare tutto questo, non si andò molto in là di tipiche battaglie del secolo XVIII: più manovre che morti.

 Quella tra Russia e Ucraina somiglia più, molto di più a quei casi settecenteschi, che a Cartagine o a Hiroshima. L’Ucraina ha partecipato, sia pure con scarsa fortuna, agli Europei; e l’estate del 2023 abbiamo visto le spiagge del Mar Nero gremite di bagnanti ucraini. E le battaglie le combattono i droni.

 Intanto le severissime sanzioni dell’EU non hanno nemmeno fatto il solletico alla Russia. Tanto meno qualcuno ha messo mano a qualsiasi provvedimento, a parte gli annunzi d’ingresso dell’Ucraina in Europa, tra una ventina d’anni… o nella NATO, cioè la follia collocare basi americane a due passi da Mosca. Quanto alle varie Ursule e altre più o meno belle statuine, semplicemente non se le fila nessuno.

 In Terra Santa, per non scordarsene, non solo lo Stato d’Israele non si ferma, ma mostra l’intenzione di attaccare il Libano. Attenti, anime belle di vagamente centrodestra: la faccenda non è iniziata il 7 ottobre 2023, ma, Bibbia a parte, nel 1917. Chi fa qualcosa per la pace in Terra Santa? Nessuno.

 L’ONU? Mai sentita nominare.

 In questo quadro di inettitudine planetaria, qualcuno ha la sfacciataggine di offendersi se Orban ci prova? Ha seminato semi, non sale come fece Scipione Emiliano: vediamo se spuntano?

Ulderico Nisticò