Marcello Pesce, detto “il ballerino”, 52enne ritenuto tra i più pericolosi boss della ‘ndrangheta, è stato arrestato, nel corso della notte, dagli uomini dello Sco e della Squadra mobile della polizia di Reggio Calabria. Pesce, che era ricercato per associazione di stampo mafioso, è stato rintracciato a Rosarno, roccaforte dell’omonimo clan. Era sfuggito all’arresto nel 2010, durante l’operazione “All Inside”. In primo grado fu condannato oltre 15 anni di carcere, che i giudici d’Appello aumentarono a 16 anni e 2 mesi.
Gli investigatori, a conoscenza di possibili appoggi all’estero, l’anno scorso avevano esteso le ricerche del latitante anche in tutta Europa, grazie ad un mandato d’arresto europeo emesso dalla Corte d’Appello reggina. Pesce, che è il figlio di Rocco e nipote del defunto boss Giuseppe, era inserito fino ad oggi nell’elenco dei latitanti pericolosi stilato dal Ministero dell’Interno, ed è stato raggiunto da un ordine d’arresto in carcere, il 20 maggio di sei anni fa, nel 2010, per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni.
Secondo gli inquirenti sarebbe il “capo indiscusso” dell’omonima cosca, che è ritenuta una delle più agguerrite della ‘ndrangheta. Nel suo passato precedenti per associazione mafiosa, omicidio doloso, stupefacenti e altro ancora. Già negli anni ’90 il suo nome compare in alcuni rapporti della polizia nei quali ne veniva ipotizza l’appartenenza alla criminalità rosarnese, quando la stessa era capeggiata da Giuseppe Pesce. Del suo ruolo ne parlarono anche diversi collaboratori di giustizia, tra cui Salvatore Facchinetti e Giuseppina Pesce.