Continua ad aumentare il numero di vittime del naufragio di domenica scorsa sulla costa Crotonese. Questa mattina è stato ritrovato il corpo di un bambino che fa salire a 67 la conta complessiva dei morti fra i quali sono già 15 i minori. Le ricerche procedono senza sosta, di giorno e di notte.
“Speriamo sia l’ultima. Devono vedere il governo cosa fare. Siamo qui perché è una tragedia immane che non può colpirci. Siamo stati fortunati a nascere qui”. Sono due signore crotonesi le prime ad entrare nella camera ardente per le vittime del naufragio di Cutro allestita al Palamilone.
Lacrime agli occhi ancora prima di entrare. C’è già tanta gente, che arriva da tutta la Calabria, che va a rendere omaggio alle bare, per ora 66, poste sul parquet del palazzetto dello sport. La camera ardente è stata aperta dalla preghiera interreligiosa guidata da iman di moschea di Cutro, Mustafa Achik, e dal vescovo di Crotone, Angelo Raffaele Panzetta. Presenti tutti i 27 sindaci del crotonese e gli amministratori locali. Un momento intenso in cui non sono mancate scene di commozione.
Decine di bare allineate nel Palasport di Crotone, solo una ventina quelle identificate, tra queste anche tante bianche: sulla più piccola si legge la sigla KR46MØ: Crotone; il 46esimo corpo recuperato; maschio; il bimbo non aveva nemmeno un anno di vita. Intanto, sale a 67 il numero di vittime accertate. Qualcuno ha lasciato un giocattolo sulla bara di quel bambino senza nome. Su ogni bara un mazzo di fiori. Tanti anche i messaggi, oggetti, fiori: piccoli gesti di vicinanza e solidarietà lasciati dai cittadini fuori dal Palasport.