Una barcone di migranti è naufragato stamattina davanti alle coste calabresi di Cutro, a una ventina di chilometri da Crotone. Il natante, un caicco in legno molto carico proveniente dalla Turchia, non ha retto al mare agitato spezzandosi in due in balìa delle onde quando era ad appena 100 metri dalla riva, sulla foce del fiume Tacina.
Sono 30 i cadaveri recuperati finora, tra loro anche quello di un neonato di pochi mesi, stando alla testimonianza di un soccorritore. Un bilancio ancora provvisorio, mancherebbero all’appello decine di bambini.
Ai corpi trovati sulla spiaggia – la maggior parte in località «Steccato», uno sul litorale di Botricello – si aggiungono infatti quelli localizzati in mare che devono ancora essere recuperati.
Sarebbero inoltre una trentina i profughi accompagnati in Pronto soccorso a Crotone con sintomi di ipotermia. Sul posto, insieme ai carabinieri ed alla polizia, ci sono la Guardia di finanza, la Guardia costiera ed i vigili del fuoco.
Intervento di vigili del fuoco e guardia costiera dalle prime ore della mattinata per un barcone di migranti affondato nel tratto di mare in loc. Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. Segnalati diversi deceduti tra i migranti, una quarantina i superstiti. Intervento in atto.
Sul posto squadre dei vigili del fuoco del comando di Crotone con il supporto di personale Soccorritore Acquatico e Fluviali e squadre della sede centrale Catanzaro e del distaccamento di Sellia Marina (CZ).
Al momento i vigili del fuoco, di comune accordo con la Capitaneria di Porto, considerando le condizioni proibitive del mare, operano con acquascooter per recuperare i malcapitati in mare. La zona sorvolata da elicottero della Guardia Costiera per individuare eventuali corpi in mare.
Aggiornamento naufragio sulle coste di Cutro: al momento sono 45 le vittime accertate. Attivato il CCS (Centro Coordinamento dei Soccorsi) presso la Prefettura di Crotone.
Le salme saranno trasferite al PalaMilone, il palazzetto dello sport che sorge all’interno della città di Crotone.
I superstiti ospitati presso il CARA di Crotone e circa una trentina trasferiti presso struttura ospedaliera.