Una morte in ospedale è sempre un evento drammatico per coloro che devono apprendere la notizia, ancor più in tempo di Covid, dove l’avvenuto decesso di un caro è comunicato attraverso un vetro, un citofono o addirittura al telefono per prassi anti-contagio all’interno delle strutture ospedaliere. Dunque le esplosioni di dolore, drammatiche e a volte incontrollate, sono all’ordine del giorno.
Non lo sono e non possono esserlo, tuttavia, le aggressioni: reati resi ancor più vili dal contesto – un ospedale – e dalla situazione contingente. Tuttavia è un anno che episodi di violenza nei nosocomi, contro medici e operatori socio sanitari non fanno che aumentare di gravità e numero.
L’ultimo in ordine di tempo – il ventunesimo dall’inizio del 2021 – è quello raccontato dall’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, che documenta questi casi giorno per giorno sulla sua pagina Facebook, raccogliendoli da medici, infermieri, autisti di ambulanze, oss.
In pratica, nelle scorse ore una donna di 74 anni è deceduta per le conseguenze del Covid-19 all’ospedale Monaldi di Napoli. «Poco dopo la notizia della morte, i familiari sono entrati nel reparto Covid recriminando il diritto di avere la salma , la richiesta non poteva essere accolta per i protocolli di sicurezza. Il protocollo – si legge – non è piaciuto ai familiari della vittima che sono entrati nel reparto colpendo chiunque intralciasse il loro cammino. Ad avere la peggio è stato un operatore socio sanitario che si è fatto medicare in tarda serata al Cto. Questo il referto medico: Trauma cranico, contusioni multiple, ecchimosi al labbro inferiore e superiore, perdita della capsula di un dente». (Fanpage.it)