Morì schiacciato da un tir dopo aver perso l’equilibrio ed essere caduto dal cassone del furgone adibito al trasporto di mobili su cui il suo datore di lavoro lo avrebbe fatto viaggiare e che si è improvvisamente aperto.
La vittima si chiamava Francesco Bisecco, giovane operaio residente ad Itri (Latina), l’incidente in un tratto dell’autostrada A2 all’altezza di Cosenza.
L’uomo non riuscendo più a restare in equilibrio è finito lungo le corsie ed un tir, condotto da un camionista di Catania, lo ha travolto ed ucciso. I fatti risalgono al febbraio del 2020 e la procura di Cosenza ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio stradale per un imprenditore di Itri e un autotrasportatore di Belpasso in provincia di Catania.
Francesco Bisecco, 42 anni e residente a Minturno, sposato e due figli minori, aveva accettato il lavoro come facchino nella ditta di trasporti perché disoccupato. E proprio mentre tornava a casa, dopo aver consegnato mobili in Sicilia, è rimasto vittima del tragico incidente mentre era seduto nel cassone posteriore del camion.
Secondo le indagini coordinate dalla procura di Cosenza e dalla Polizia la responsabilità dell’incidente e della morte dell’operaio sarebbero da attribuire al conducente del mezzo di trasloco, per aver fatto viaggiare il giovane nel cassone adibito a trasporto di cose e non di persone, e all’autista siciliano del tir per avere proceduto ad una velocità ben superiore al limite imposto di fatto precludendo la possibilità di non investire il giovane finito in strada.
L’udienza preliminare a carico dei due indagati è stata fissata per il 31 marzo prossimo presso il Tribunale di Cosenza. La famiglia paterna del giovane deceduto è assistita dagli avvocati Sandro Salera e Coriolano Cuozzo del Foro di Cassino. I due legali sin dal primo istante hanno avviato delle indagini forensi affinché la verità di una vicenda così triste venisse alla luce.