Montepaone, realizzato il tredicesimo murale all’interno del centro storico


L’arricchimento culturale e di arredo per Montepaone non si ferma. L’associazione culturale Ri…vivi…amo Montepaone, guidata dalla presidente Anna Migliano ha promosso infatti la realizzazione del tredicesimo murale all’interno del centro storico.

Con queste opere, spiega la presidente, vogliamo riappropriarci delle nostre radici e tener vivo il ricordo delle tradizioni, degli usi e costumi, nella nostra memoria. Dopo la realizzazione dei murales che illustrano i momenti più importanti della nostra storia, abbiamo scelto di rappresentare alcune attività quotidiane e contadine, ormai scomparse, che hanno caratterizzato la vita del passato. Camminando per la via principale del paese le pareti con i loro murales diventano memoria e si risveglia il ricordo della vendemmia, della vita nel vicinato, della panificazione, del bucato al fiume.

L’ultima opera è realizzata dall’artista Leonardo Cannistrà in località Cancello, sulla via Roma, strada provinciale e principale del paese. Il murale si divide in due scene che rappresentano la mietitura e la trebbiatura manuale del grano.

Momenti di vita che andavano al di là del semplice gesto di falciare le spighe, ma rappresentavano un vero e proprio rito rivelatore di legami profondi e di dedizione alla terra. Giornate di fatica, ma anche di festa, che coronavano un lungo periodo di attesa e di lavoro. Sono due murales di 2 metri di altezza per 3 circa, dipinti su una parete della casa sovrastante la sede della stessa Associazione.

Il primo ritrae un gruppo di uomini e donne intenti alla mietitura del grano nelle campagne montepaonesi, così come accadeva fino ai primi anni 70, quando il taglio del grano avveniva manualmente con le falci. Allora le spighe si raccoglievano in fasci, detti nel dialetto locale “gregni” che si stendevano a forma di cerchio per l’essicazione, per poi essere riuniti nell’ aia in covoni. Dopo qualche giorno si eseguiva la trebbiatura che consisteva nella separazione dei chicchi di grano dalla paglia e dalla pula.

La prima forma di trebbiatura avveniva manualmente e si utilizzava un bastone per battere le spighe distese nell’aia; successivamente e fino agli anni 60 col calpestio dei buoi, prima dell’arrivo delle trebbiatrici. Ed è proprio la scena della trebbiatura quella rappresentata nel secondo murale.

I due momenti si compivano entrambi in splendide e roventi giornate soleggiate. Nella scelta dominante del giallo e dell’azzurro, si stagliano le figure dei contadini e dei buoi che, nonostante la stanchezza, trasmettono calma e serenità, sentimento che prevale anche dai colori caldi e tenui e dalle pennellate delicate e pacate.

Il giovane artista, autore di altri murales nel centro storico, e ormai conosciuto nel circondario, guidato nella scelta dei particolari dalla stessa presidente ed anche dai passanti più anziani che ormai aspettano questo momento per tuffarsi a capo fitto nel passato, ha saputo ancora una volta dare forma a ricordi e racconti, stimolando nei passanti narrazioni di giorni lontani.