Ha ereditato dalla nonna partigiana l’amore per il diverso, l’escluso, il povero, Pino Bertelli cantore dei popoli appartenenti ad una periferia del mondo mai sentita come altro da sé, ma vissuta in prima persona da un artista viaggiatore alla scoperta del Mediterraneo. Si annuncia come un incontro culturale ed umano di grande spessore quello con Bertelli che, nel suo lavoro di giornalista e fotografo, rimane coerente con la scelta di allontanare ogni spettacolarizzazione dei sentimenti, per mettersi all’ascolto delle storie dei “seminatori di pace”. Un lavoro che difende nel corso degli anni la necessità di realizzare una ribellione culturale assai significativa in un momento storico particolare come quello attuale in cui predicare la fratellanza sembra essere comunemente percepito come una resa.
Una missione che diviene una scelta di vita per l’artista giornalista, fotografo di strada, filmmaker, critico di cinema e fotografia che condivide con la moglie Paola Grillo (documentarista) un viaggio che ha costretto il mondo a vedere la presenza delle storie soppresse, esaltando la dignità come elemento comune delle popolazioni ritratte. Ad ospitare i due artisti sarà la Galleria Fotografica di Cine Sud di Montepaone Lido che con “Etiopia” inaugurerà, il prossimo 4 dicembre alle 17.30, una nuova mostra ad ingresso gratuito per curiosi ed appassionati di fotografia.
“Etiopia si inserisce nel più ampio progetto legato al lavoro sul Mediterraneo- spiega Bertelli- inteso come crocevia dei destini più o meno disperati in cerca di una vita più giusta e umana. Da questa esperienza, condivisa con mia moglie, sono nati diversi libri e un lavoro videografico intitolato “Donne del mediterraneo” che andrà a completare la mostra “Etiopia” nella sua tappa calabrese. Il filo conduttore che unisce le storie di persone appartenenti a diverse civiltà è la dignità che le caratterizza. Le persone fotografate sono quelle incontrate lungo un viaggio in cui abbiamo voluto che fossero loro stesse a raccontarsi fornendo una sorta di autoritratto che consegnasse la loro immagine per testimoniare la possibilità di una “visione differente”. Molte di queste persone in cui oggi ritroviamo Musulmani, Cristiani e Pagani hanno scelto di firmare una sorta di liberatoria in cui accettano di divenire “testimoni di pace” .
L’esigenza di comunicare attraverso le immagini (che per Bertelli si lega all’esperienza biografica dell’ incontro con Pasolini da cui ha ricevuto in dono la prima macchina fotografica) si oppone al vuoto lasciato da molti altri lavori realizzati nei vari campi della comunicazione, risultati ciechi di fronte la volontà degli “ultimi” di esaltare una bellezza ingiustamente trascurata.
“L’esigenza di questi popoli- spiega Bertelli- era quella di far vedere la bellezza della dignità degli ultimi, degli oppressi, degli sfruttati; una bellezza che, come sostenevano i greci, contiene anche una giustizia. La nostra “civiltà”(se così si può definire) ha oltraggiato per secoli il Sud della Terra, pensando e credendo che fossero solo popoli da saccheggiare rapinare, sfruttare, ignorando la loro antichissima cultura. Le loro lacrime, versate da secoli, devono far riflettere sul fatto che non è con la guerra, con nessuna guerra (non esistono guerre sante, umanitarie o giuste) ma con la pace e con l’amore, che si può trovare una convivenza più umana tra i popoli”.
Parole che escono dall’eco comune quelle di Bertelli che arrivano in un momento storico in cui si sente vicina la possibilità di una nuova guerra mondiale, nella generale percezione che qualcosa stia sfuggendo all’opinione pubblica.
“Non si è capito niente- continua Bertelli- le guerre sono gestite da un numero ristretto di governi che prima sfruttano le terre colonizzate e che poi, con la guerra, pensano di portare la pace. La pace si porta con la pace”.
Una mostra accolta con grande entusiasmo dal responsabile di Cine Sud Francesco Mazza che anticipa nell’evento la valenza culturale non solo del lavoro fotografico che sarà esposto, ma dell’incontro con il Maestro Pino Bertelli di cui spiccano le doti umane come leit motiv dell’evento. <<Etiopia è un’esperienza culturale ma soprattutto umana di cui il Maestro Pino Bertelli si fa portavoce. Accolgo con grande entusiasmo la mostra che sarà a disposizione del pubblico dal 4 al 18 dicembre. Il merito di questa meravigliosa esperienza deve essere riconosciuto all’associazione “Roots Calabria Foundation” per aver messo a disposizione le opere di Pino Bertelli che sarà nostro ospite a Montepaone Lido insieme alla documentarista Paola Grillo il prossimo 11 dicembre.
PINO BERTELLI Biografia
PINO BERTELLI è nato in una città-fabbrica della Toscana, tra Il mio corpo ti scalderà e Roma città aperta. Dottore in niente, fotografo di strada, film-maker, critico di cinema e fotografia. I suoi lavori sono affabulati su tematiche della diversità, dell’emarginazione, dell’accoglienza, della migrazione, della libertà, dell’amore dell’uomo per l’uomo come utopia possibile. È uno dei punti centrali della critica radicale neo-situazionista italiana. Nel 1993, il regista tedesco Jürgen Czwienk, ha girato un documentario sulla vita politica e l’opera fotografica di Pino Bertelli: Fotografare con i piedi. Il regista Bruno Tramontano ha realizzato un cortometraggio, Adoro solo l’oscurità e le ombre, tratto dal suo libro, Cinema della diversità 1895-1987: storie di svantaggio sul telo bianco. Mascheramento, mercificazione, autenticità. Il pittore Fiormario Cilvini, ha illustrato lo stesso testo in una cartella di 18 disegni a colori e una scultura. I suoi scritti sono tradotti in diverse lingue. L’International Writers Association (Stati Uniti), l’ha riconosciuto scrittore dell’anno 1995, per la “non-fiction”. Nel 1997 i suoi ritratti pasoliniani di “fotografia di strada” sono esposti (unico fotografo) in una mostra (Le figure delle passioni) con 16 maestri d’arte a Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno. [Pier Paolo Pasolini, maestro e amico, gli ha regalato la prima macchina fotografica quando aveva quindici anni]. È direttore responsabile della rivista di critica radicale Tracce e del giornale on-line Stile libero, direttore editoriale della casa editrice Traccedizioni, collabora con Le monde diplomatique, Fotographia, Sicilia Libertaria e altre testate.
Nel 1999 gli è stato conferito il “Premio Castiglioncello” per la fotografia sociale. Nel 2004 ha ricevuto il “Premio Internazionale Orvieto”, per il miglior libro di reportage, Chernobyl. Ritratti dall’infanzia contaminata. Nel 2014 l’Associazione di bioarchitettura BACO gli ha assegnato il Premio Internazionale Vittorio Giorgini. Alessandro Allaria ha fatto un reportage (per la televisione tedesca), Pino Bertelli. Il fotografo e le donne di Napoli, 2008. I suoi fotoritratti di strada si trovano in gallerie internazionali, musei, accademie e collezioni private. L’Archivio Internazionale di Fotografia Sociale di Pino Bertelli è curato da Paola Grillo, documentalista.
Una parte del suo archivio fotografico è depositato all’Università di Parma. Una selezione delle sue fotografie è presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. La sua opera (Contro tutte le guerre) è stata esposta alla Mostra d’Arte Biennale di Venezia (2011) e adesso è nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Fa parte di Reporters sans frontières.