Montepaone e l’estetica del racconto


Già nel nome che questa cittadina porta, Montepaone, c’è scritto un destino di bellezza. Il pavone ingiustamente dichiarato vanitoso, e invece formidabile tavolozza di colori ed eleganti motivi, illustra con il dispiego delle sue meravigliose piume, la ragione dell’estetica, il senso cromatico l’importanza del suo esistere per il fatto che può diventare anche grande racconto. Di un modo di vedere la vita e muovere lo sguardo, di costruire gradevolezza dell’anima, di ricordare un paradiso perduto. Montepaone che è un borgo affacciato sulla costa ionica catanzarese il cui popolo discende dagli antichi Aurunci, gente forte e capace di lontano ceppo osco-umbro, rappresenta nell’odierna realtà, un nucleo cittadino che di questo pensiero ne ha fatto grande impegno sociale, professionale e civico.

La sua naturale vocazione turistica dovuta alle caratteristiche geografiche e alla sua storia millenaria, ha consentito negli anni di far diventare Montepaone, una privilegiata meta di visitatori e viaggiatori che decidono di fermarsi per godere delle bellezze marine e dell’entroterra del territorio e di tutti quegli aspetti culturali che il paese con grande passione conserva e promuove. Le tradizioni, I linguaggi, le storie di più di mille anni, I costumi, la gastronomia di radice contadina e pastorale, fanno di questo borgo grazioso e vivo, un campione prezioso per il valore antropologico e storico calabrese in tutta la sua completezza.

Forte di questi contenuti importanti, il comune promuove anche attraverso le sue associazioni, varie iniziative che di tanta bellezza si fregiano e trasmettono nel tempo. I murales dal 2014 sono I narratori diffusi di questa storia, dentro il paese che grazie al progetto Borgo in Arte, sta valorizzando angoli e muri e case e vie che illustrano per idee e tematiche lo snodarsi della vita della sua gente nei secoli. Qui si viveva di agricoltura, di tante coltivazioni che sostenevano famiglie di ogni ordine e grado, dalle più umili alle notabili ed è proprio qui che tra palazzi patrizii e modeste ma bellissime dimore, si svolgeva l’esistenza più o meno tranquilla di tante persone che lavoravano ogni giorno dell’anno, in lunghe stagioni, attraverso una storia che hanno vissuto nel bene e nel male.

Le opere d’arte che si trovano dipinte sui muri di Montepaone, raccontano tutto ciò, attraverso le mani abili di artisti dallo sguardo non solo tecnico ma anche emotivo. La vendemmia, la vita agricola sparsa nei campi, gli assalti saraceni arrivati dal mare, il fenomeno dell’emigrazione che ha dimezzato il numero di abitanti e ciuso molte abitazioni, la vita pacifica e dolce di una “ruga” piena di vita, bambini, un vicolo, una piazza, sono tanti pezzi di un’unica storia che oggi diventa quasi desiderio di vivere e “possedere” nel proprio bagaglio esistenziale perchè pieno di cose: immagini, sentimenti, gioie e dolori, genuinità di pensiero ma anche cultura e istruzione. L’associazione culturale “Riviviamo Montepaone”, ha colto fino all’ultima sfumatura, ogni valore di questo paese e con il progetto dedicato ai murales e all’arte in genere, immortala da anni pezzi di passato e di presente che al visitatore attento e sensibile, raccontano per immagini e prospettive, la vita del borgo. Quest’anno due protagonisti di grande bravura, Leonardo Cannistrà e Beniamino Cosentino, hanno scelto come tema del loro murale, la vendemmia, in un ambiente che richiama le colline assolate e ridenti del territorio, coltivato a vigne e grano, ortaggi e prati immensi di erba medica.

Le famiglie gestivano un micromondo che si autoalimentava con I cicli delle stagioni e dei prodotti, ognuno dei quali serviva a far funzionare il sistema economico e vitale della vita di Montepaone. La vendemmia come momento non solo di produzione del vino ma come occasione di incontro e condivisione, è il messaggio lanciato dagli artisti sul il murale del 2020, sui muri di una casa dal tetto di tegole e memoria. La felicità risiede anche nella fatica che dà spazio ad un sorriso, alla bellezza, al coinvolgimento sensoriale, tra profumi inebrianti e sole di fine estate. In questo snodarsi di opere d’arte con cui la cittadinanza tutta è partecipe in svariati ruoli, ogni zona del piccolo borgo, sta ritrovando la propria identità e storia, uscendo dall’emarginazione che lo spopolamento per emigrazione e marginalità urbana, le avevano tolto. Oggi Montepaone è una galleria d’arte a cielo aperto in cui ogni tema nasce da uno studio, da ricerche etimologiche e storiche, diventando una meta da promuovere e indicare come esempio di rinascita, grazie al mai perduto bisogno identitario e un rinnovato desiderio di restare. Forse integrando tecnologie e tradizioni si può far rivivere e funzionare anche quel micro cosmo che per millenni ha sostenuto tante famiglie, attraversato secoli e vicissitudini. I giovani potrebbero cominciare a non partire e inventare qui il proprio futuro. In questo angolo di Calabria, si può fare.

Vittoria Camobreco