Due giorni fa, un sondaggio affermò che il gradimento di Oliverio è al 20%, quindi il discredito all’80.
Improvvisamente e pari ai prodigi antichi narrati da Giulio Ossequiente, un altro bel sondaggio ci comunica che il gradimento di Oliverio è al 53%, quindi il discredito al 47. Miracolo!
Calma, non è lo stesso sondaggio, sono due sondaggi fatti da tizi diversi. Ora, siccome Aristotele dice che A = A e non a B, qui le possibilità sono tre:
- O il sondaggio del 20% è genuino;
- O è genuino il sondaggio del 53%;
- Oppure sono patacche tutti e due.
Chi sonderà il mistero? Eppure i sondaggi, se seguono delle regole, sono cose serie, scientifiche. Se facessero così con i piedi i sondaggi commerciali, le ditte fallirebbero subito.
Lasciatemi però sussurrare che la correzione mi pare troppo repentina per non parermi anche una pezza a colore, come dicono a Reggio.
Passiamo a Tansi, il quale non si dimette più, e dichiara che la burocrazia regionale è diventata brava e buona, e sta per varare il megapiano galattico. Un altro miracolo? Giulio Ossequiente, dove sei?
Il gioco di parole tra Ossequiente e ossequiente è troppo banale, e me la risparmio.
Quello che si dimette di corsa è invece Sgarbi. Da che? Da una cosa alla notizia della quale mi caddero le braccia: era assessore del Comune di Cosenza. Due domande:
- Non c’erano persone a modo, a Cosenza, da andare a prendere un passeggero?
- Ci voleva tanto, mio buon Occhiuto, a ricordarsi che Sgarbi, valente critico d’arte, per il resto è del tutto inaffidabile?
Ah, domanda supplementare: non doveva dare una mano, Sgarbi, a cercare le migliaia di tonnellate d’oro del tesoro di Alarico? Ecco un altro mistero.
Ulderico Nisticò