Milano – Coronavirus, l’ira di Sala: «O torna l’ordine o chiudo le strade dei Navigli»


Il sindaco di Milano, Beppe Sala, è arrabbiatissimo per le immagini circolate ieri dei Navigli affollati di persone davanti ai bar che avevano appena riaperto alla distribuzione da asporto, nella Fase 2 della pandemia da Coronavirus: «Quando c’è da ringraziare i milanesi per il loro comportamento virtuoso io sono sempre il primo a farlo e mi piace anche -ha detto – Però ci sono dei momenti in cui c’è da incazzarsi e questo è uno di quelli: le immagini di ieri lungo i Navigli sono vergognose». E’ l’esordio con cui ha aperto il video di oggi, 8 maggio, per la comunicazione quotidiana via social che posta ogni giorno.

«E’ anche un po’ deprimente per me dovere rispiegare qual è la situazione – ha aggiunto il sindaco sempre parlando della folla durante l’ora dell’aperitivo di ieri- ma nel mio lavoro ci sono tante cose che si debbono fare. Quindi ve lo ridico: noi siamo non solo in crisi dal punto di vista sanitario, e l’abbiamo visto quanto ha toccato questa città la pandemia, ma siamo in una profondissima crisi socio economica. Milano ha bisogno di tornare a lavorare, a lavorare! Questo è il punto, non è un vezzo, non è una voglia riaprire, è una necessità».

Il sindaco spiega che se la situazione non tornerà immediatamente alla normalità, l’unica strada possibile sarà chiudere tutto di nuovo, con le conseguenze sociali ed economiche che ne deriveranno: «Io non sono un politico da metafore, sono un politico da atti. O le cose cambiano oggi, non domani, è un ultimatum, o io domani come al solito sarò qui a Palazzo Marino e prenderò provvedimenti, chiudo i Navigli e chiudo l’asporto».

Saranno i milanesi i responsabili di questa decisione, precisa Sala: «Poi lo spiegate voi ai baristi perché il sindaco non gli permette di vendere. Io mi prendo le mie responsabilità e stasera ci metto più vigili ma ve lo ripeto, non è un guardie e ladri, non è un gioco – ha aggiunto Sala – Non possiamo permettercelo in una città da 1,4 milioni di abitanti e 1700 chilometri di strade. Usiamo la testa tutti anche perché senza testa c’è l’1% dei milanesi e io non permetterò che questo 1% metta in difficoltà il 99%».