Il musicista e docente Danilo Gatto racconta in un docufilm la storia dell’amore per la musica in cinque generazioni. La storia di vita cui accenna il titolo è raccontata dalla voce di Giuseppe Ranieri, straordinaria figura di musicista e di maestro di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio (CZ). Quella della famiglia Ranieri è una vera e propria “dinastia” di suonatori e costruttori di zampogna, che procede dalla fine dell’Ottocento, ma che risale ancora più indietro. Una storia che continua ancora oggi nelle generazioni successive, sia pure lontano dalla Calabria, nella nuova realtà delle Langhe (Piemonte) a causa dell’emigrazione. Dopo la proiezione nel corso di importanti appuntamenti culturali e festival come L’Albero di Canto ad Isca, il docufilm “Una storia di vita.
La musica attraverso cinque generazioni” sarà proiettato mercoledì 21 agosto alle ore 21.30 a Sant’Andrea Apostolo, alla presenza di alcuni rappresentanti della famiglia; l’appuntamento è impreziosito, dalla mostra fotografica (visitabile dalle 17) “Marco Giacomelli e Giuseppe Ranieri: un incontro tra arte e umanità” al teatro dell’auditorium, nei Giardinetti Piazza Nicolas Green (accanto scuola elementare). Mario Giacomelli (1925-2000), uno dei fotografi italiani più conosciuti e apprezzati al mondo, per una decina di giorni nel 1984 e nel 1985, riprende il suo personale contatto con il Sud che aveva fotografato ormai più di venticinque anni prima.
Lo raccontiamo con le parole dell’on. Marco Lion, amico di Giacomelli che sarà presente al convegno che si terrà alle 18: “Ancora alla ricerca di paesi, atmosfere, persone, animali, muri, vicoli, luci e ombre da fermare e rimodellare secondo le proprie sensazioni ed emozioni, servendosi della macchina fotografica. Partito con in testa la dimensione sospesa, quasi onirica delle sue “Storie di terra” e delle sue foto di Scanno e Peschici, Giacomelli incontra un’antichissima civiltà e un territorio affascinante ma ormai sopraffatti dallo scempio urbanistico e dall’omologazione culturale. “In Calabria non vedi, ma senti” diceva. Sentiva la profondità, la forza delle persone conosciute durante quel viaggio, l’umanità degli incontri avvenuti, la bellezza di quella terra, di quei paesi che mostravano un passato di fatica, povertà e dignità e un presente di miseria, omologazione e abbandono.
Sarà solo attraverso la poesia “Il canto dei nuovi emigranti” di Franco Costabile che Giacomelli riuscirà a collegare quello che aveva vissuto e le situazioni colte con l’obiettivo e, finalmente, a trovare “il senso delle assenze della Calabria”. Risale all’ottobre 1985 l’incontro tra Giuseppe Ranieri e Mario Giacomelli: prima in campagna tra gli animali, le “canne” e gli otri di pecora conciati per costruire le “ciarameddhe”, poi a cena, con tutta la famiglia Ranieri, nella loro casa a Sant’Andrea Apostolo dello Jonio.
A quel minuto Dioscuro, e alla sua famiglia, Giacomelli ha dedicato molti scatti, di fatto l’unica sequenza fotografica del suo lavoro calabrese. Per Giacomelli fu un incontro che ricordava sempre con un affetto misto a commozione per quel piccolo contadino musicista che non comprendeva quando parlava in dialetto ma che capiva benissimo quando incrociava i suoi occhi o quando ascoltava la sua musica”. La proiezione, introdotta da Danilo Gatto e dal sindaco di Sant’Andrea, Nicola Ramogida, sarà preceduta da un convegno con la partecipazione dell’antropologo Paolo Apologo, dell’on. Marco Lion, amico e compagno di viaggio di Marco Giacomelli; l’insegnante Sergio Di Giorgio; l’antropologo Stefano De Matteis; il regista Eugenio Lijoi.