Lo diceva, anche se non a proposito di Medio Oriente perché morì più di novant’anni fa, la mia saggia bisnonna: le cose lunghe diventano serpi; pregnante metafora per dire che più una faccenda – politica o privata – si prolunga, più si complica, e più si allontana dalle intenzioni e dalle stesse cause. Volete un esempio? La Seconda guerra mondiale iniziò per Danzica, città libera ai confini della Polonia… e finì consegnando l’intera Polonia all’Unione Sovietica, con mezza altra Europa!
La guerra in atto a Gaza iniziò il 7 dicembre 2022… eh, secondo voi, amici lettori, io scrivo questa cavolata immane e storiograficamente falso? Iniziò, con precedenti, nel 1929 e 1936, ricominciò nel 1947, 56, 67, 74… e da allora quasi ogni giorno. Chi ha ragione e chi ha torto, è una domanda perfettamente inutile e senza risposta. Il 7 dicembre è un episodio di questa guerra ormai quasi secolare.
Il 7 dicembre, Hamas ha attaccato dei territori occupati dallo Stato d’Israele, con stragi e distruzioni; lo Stato d’Israele ha attaccato Gaza, con distruzioni e stragi. Ora dichiara che la guerra continuerà e sarà lunga. Le cose lunghe diventano serpi, ed ecco che vengono coinvolti il Libano, la Siria, il Mar Rosso e il bellicoso Iran. Le guerre, nella storia, sono come le ciliegie: una tira l’altra.
Nessuno fa nulla di serio per una soluzione. L’ONU tenta di varare verbose risoluzioni, subito bloccate dal veto americano. Biden sostiene lo Stato d’Israele qualunque cosa faccia. L’Europa tace con la solita signorile eleganza di Ursula, baronessa decaduta, muta anche quando le negano una sedia, figuratevi se parla di guerra! Nel suo piccolo, l’Italia sta con il governo israeliano, però con calma, con molta calma: e Giorgia Meloni sa che tanti dei suoi iscritti ed elettori non sprizzano simpatia per “Bibi”; e meno che meno per Biden. Gli Arabi, a loro volta, non hanno mai seriamente sostenuto i Palestinesi, anzi ne provano fastidio. Due popoli, due Stati, detto così pare quasi banale; e invece il problema diventa arduo, se qualcuno dovesse tracciare i confini sul terreno.
E siccome nessuno fa niente, la guerra minaccia di allungarsi nel tempo, e, cosa più pericolosa, nello spazio.
Ulderico Nisticò