Nessuno lo ammette, ma di fatto nel comprensorio soveratese e già iniziata la fase 3. In barba alla guerra tra ordinanze regionali e comunali, si vive nella completa anarchia. Assembramenti sul lungomare, trasferimenti nelle case al mare e giornate passate in spiaggia sotto l’ombrellone. Le maglie allargate dalla governatrice Jole Santelli a queste latitudini hanno favorito i furbetti che nelle case al mare si sono recati ben prima che fosse permesso farlo per eseguire i lavori di manutenzione e ben oltre gli orari previsti da un’ ordinanza che vieta il pernottamento.
Secondo le normative regionali, in spiaggia si può andare per fare un bagno o camminare, ma non per sostare. E sui lungomare ci si dovrebbe recare per fare attività sportiva individuale o accompagnati al massimo da parenti conviventi. Se però qualcuno nei primi giorni di riapertura cercava di simulare l’osservanza delle regole, quantomeno indossando tute e scarpe da ginnastica, nell’ultimo fine settimana gli abitanti del comprensorio e quelli del capoluogo sono diventati più spregiudicati.
Passeggiate con amici e famiglie, gruppi di giovani rigorosamente senza mascherine e a distanza ravvicinata l’uno dall’altro e attività commerciali di fatto tornate praticamente alla normalità senza un adeguato controllo delle entrate dei clienti e del loro uso corretto dei dispositivi di sicurezza nelle aree interne. Un vero caos che non può essere gestito da chi esegue i controlli. Troppo poche le risorse umane e troppe le vie d’uscita nelle autodichiarazioni di chi viene fermato fuori casa.
E siamo solo all’inizio. I sindaci dal conto loro, però, non sono orientati a nuove chiusure. «L’orientamento – spiega Ernesto Alecci – è quello di attendere l’evolversi dei contagi. Al momento non stiamo valutando restrizioni, ma eventuali aperture. Non vogliamo creare confusione nei cittadini prendendo decisioni in un senso o nell’altro che finirebbero per destabilizzare la situazione».
(Foto di repertorio)
Sabrina Amoroso — Gazzetta del Sud