Ma non erano piccoli geni?


 Qualche giorno fa, stampa e tv gridavano al trionfo più che per gli Europei, esaltando l’immane numero di maturati, e tra questi una percentuale altissima con lode. Io, nella mia ben nota cattiveria, sognavo di impadronirmi per un attimo di un lodato del Classico, e chiedergli, per favore, notizie di ἤχθω che roba è; o del periodo ipotetico di terzo tipo dipendente latino; o dei tre canti Sesti della Commedia; o in che periodo visse Napoleone… Ma niente, e si continuò ad inneggiare ai genietti superpromossi e superistruiti e cocchi di mamma.

 Poi arrivano i testi INVALSI, ed esce che i ragazzi italiani della maturità hanno “una preparazione da terza media”, con particolare disastro in italiano e matematica: poca roba, vero?

 Ed ecco che i filosofi e poeti dell’era draghiana si affrettano a spiegare… guarda tu! Che è tutta colpa del covid che ha chiuso le scuole.

 Ora, facciamo due conti. Il covid ha inciso sull’ultima parte dell’anno scolastico 2019-20; e su quello 2020-21. Ma se i maxintelligentoni sono rimasti alla terza media, che hanno fatto quando il covid non c’era, cioè nei loro anni I, II, III e mezzo IV del superiore? Ahahahaah!

 Escluso dunque che il colpevole sia il virus, ed esposti al pubblico ludibrio quelli che negano valore ai test, scopriamo, e non per la prima volta, che la scuola italiana è fallita; e che l’ignoranza dilaga.

 Urgono dunque provvedimenti, e subito. Quali? Beh, facciamo uno schemino.

  1. La scuola deve istruire, cioè far uscire un ragazzo con adeguate conoscenze delle materie di programma.
  2. La scuola non serve ad “educare”, cioè diluvi di chiacchiere moralistiche; ma ad insegnare il teorema di Pitagora e la lingua italiana, eccetera.
  3. I professori devono essere parimenti preparati; quindi controllati non nella forma ma nella sostanza; e poi ben pagati.
  4. Le promozioni alle classi successive non devono essere garantite per legge o per TAR. Se no, è Fo todos barones! Iniziamo a bocciare. Tranquilli, che i ricchi siano più preparati dei poveri, è una bufala pazzesca di don Milani, e chiunque ha insegnato lo sa.
  5. Le attività parascolastiche si fanno di pomeriggio o la domenica. Vediamo quanti predicatori antimafia verrebbero a far perdere tempo di lunedì mattina.
  6. Al diploma bisogna togliere il valore legale: tanto ormai è come il certificato di nascita, e lo danno a tutti. Anche con lode.
  7. Eccetera

Il Sud, dice l’INVALSI, sta peggio: ma no! Ebbene, se da una scuola calabrese escono ragazzi meno preparati del Nord, la colpa non è, massonicamente, degli Spagnoli, o, alla Pino Aprile, di Garibaldi; ma delle famiglie del Sud che ancora, stupidamente, vogliono il diploma perché lo zio politicante poi troverà il posti; e di molti professori del Sud: inclusi quelli che danno la lode in greco senza minimamente accertarsi del triste destino del succitato ἤχθω; o, e qui vi voglio, del congiuntivo futuro, sempre in greco. Ahahahahahahah.

Ulderico Nisticò