Ma cosa successe tra aprile e maggio 1945?


 La data del 25 aprile 1945 è approssimativa, e forse scelta per eufonia; mio padre, ufficiale della Muti in RSI, diceva di essere stato a Milano fino al 26, e in uniforme. Venticinquaprile, con elisione, suonava meglio.

 I fatti degli ultimi giorni di aprile furono confusi. La Germania era ormai invasa dai Sovietici, giunti alle porte di Berlino, e dagli Angloamericani che avevano varcato il Reno. Le truppe tedesche in Italia o tornarono in patria o si arresero agli Angloamericani, che avevano rotto la Linea Gotica e dilagavano nel Nord. Alcune formazioni di “partigiani” raggiunsero le città, ormai sguarnite di truppe germaniche e della RSI.

 Questa, costituita nel settembre 1943, aveva funzionato come apparato statale. Vi racconto un piccolo episodio di microstoria, che però diventa, per un momento, macrostoria. Una mia congiunta acquisita era a Milano mentre il marito era imbarcato su una nave da guerra a Taranto. L’8 settembre fortunosamente raggiunse il paese; e di lui non si sapeva nulla, al Nord. Tuttavia lei raccontò che ancora il 29 aprile passò da Piazzale Loreto, vide i cadaveri orrendamente vilipesi, e si recò all’Ufficio Postale a riscuotere il sussidio che la RSI le aveva assegnato come moglie di militare.

 Sussidio in ottime lire, che mantenevano il valore dell’anteguerra. Lo stipendio mensile di mio padre era di 400 lire. Intanto a Sud l’economia era stata stravolta dalle ignobili Amlire emesse dagli Angloamericani, e iniziò una spaventosa inflazione di colpi di migliaia di quelle false lire, con le conseguenze sociali che meriterebbero ben altro studio, e che nessuno ha fatto.

 Torniamo a Nord. L’esercito regolare della RSI, 200.000 uomini, si arrese agli Angloamericani. Altre formazioni armate (si calcola da 800.000 a un milione in tutto) si dissolsero, e avvennero molti episodi di sangue.

È certo che sedici gerarchi vennero catturati e fucilati a Dongo. Tra questi, il segretario del Partito Fascista Repubblicano, Pavolini, l’alto ufficiale Vito Casalinuovo nostro conterraneo, e la singolare figura di Nicola Bombacci, nel 1921 tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia, poi divenuto fascista. Quanto alla morte di Mussolini, è stata raccontata in troppi modi diversi e contraddittori per essere credibile. Senza mettersi dentro una questione indistricabile, da storico rifletto così: si era parlato di un processo a Mussolini, ed è facile immaginare cosa sarebbe successo in un’aula di tribunale, se egli avesse potuto raccontare… e chiamare a testimoniare Vittorio Emanuele III, Badoglio, Churchill, il Vaticano… C’è un simpatico libro di Mino Caudana.

 Il disordine durò pochi giorni. In alcune città erano stati nominati dei prefetti partigiani, subito deposti dai Carabinieri e sostituiti con prefetti normali. Lo Stato riprese a funzionare, mantenendo in vigore i Codici Penale (1930) e Civile (1942), e, sostanzialmente, tutta la legislazione fascista con qualche modifica; e i Patti Lateranensi, anzi poi promossi a uno dei principi fondamentali della costituzione, art. 7. I fascisti, detto in generale, votarono repubblica il 2 giugno; e subito dopo arrivò l’amnistia di Togliatti. Ma guarda tu!

 Diverso discorso quello dei confini alpini e orientali, ma ne parleremo un’altra volta.

 Negli accordi di Yalta, l’Italia, come la Iugoslavia, doveva essere, grosso modo, di competenza inglese. Ma la Gran Bretagna era già una ex potenza mondiale: nel 1947 abbandonò di corsa l’India; e, peggio, la Palestina, con le conseguenze disastrose che abbiamo ogni giorno sotto gli occhi. Di fatto, l’Italia divenne d’influenza americana, come mostrano le molte basi militari USA: USA, non NATO. Vi ricordate, a proposito di Craxi, Sigonella?

 Palese. Ma come fecero, gli Americani, a stabilire le “barbe e corrispondenzie loro”, direbbe il Machiavelli, cioè a mettere radici? In Sicilia, e non solo con la mafia, riportata nel 1943, e non certo per farsi aiutare da quattro lupare arrugginite dai tempi dello spiccio prefetto Mori. In Sicilia e nel resto d’Italia, con partiti esplicitamente filoamericani come la DC, o, chi se li ricorda, PSDI, PRI, PLI; il PCI era altrettanto esplicitamente filosovietico.

 Questo, alla luce del sole. E cosa successe invece, nella penombra? E siccome io voglio dormire tranquillo, mi chiedo, e non da ora ma da ragazzino, come mai alcuni fascisti siano morti di piombo nel 1945, e altri invece trapasseranno nel loro letto moltissimi anni dopo. E come mai alcuni missini erano esageratamente filoamericani. Io no, anche nella veste di componente del Comitato Centrale del MSI-DN e varie altre cariche e presenze; e nemmeno erano tanti, gli amerikani missini, ma quelli contavano molto più del loro numero, e determinavano la politica estera. Come mai?

 E vi ricordate Gladio? E, sempre in penombra, come mai la corazzata Giulio Cesare, ceduta all’URSS per trattato di pace, una bella mattina, a Sebastopoli (toh!), saltò in aria esattamente come le due corazzate inglesi ad Alessandria nel 1941? Capitò per sbaglio come dissero i Russi, o ci fu la manina di gente del mestiere come se ne trovavano nella ex (ex?) Decima Mas?

 Conclusione. La stor… beh, la cronaca d’Italia 1945-2023 è zeppa di misteri che nessuno si è mai impegnato seriamente a fugare; ma siccome, insegna il Vico, “natura delle cose è il loro nascimento”, molti, moltissimi dei futuri arcani ebbero origine tra fine aprile e i primi di maggio del 1945.

Ulderico Nisticò