Il 6 luglio scorso il Servizio Veterinario U. O. Igiene degli Alimenti di origine Animale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, diretto da Tommaso Esposito, ha consegnato all’impresa “Rotman” s.r.l. il tanto atteso esito dell’indagine (con protocollo numero 658), che ha avuto per oggetto un campione di materiale ittico prelevato in data 29 giugno. Le analisi di ricerca di “ agenti sarcotossici responsabili di tossinfezione alimentare” ha dato esito negativo: ciò significa che l’allarme ingiustificato che i siti di informazione hanno sbandierato a destra e manca dal 2 luglio scorso è privo di ogni fondamento.
Ciò significa che l’impresa “Rotman” – che gestisce da anni diverse attività di ristorazione lungo tutta la costa (tra le quali il locale in oggetto, ovvero l’Oriental Wok di Roccelletta di Borgia) e che, ancor prima della sua fondazione, aveva inaugurato il primo locale di cucina giapponese in Calabria – ha subìto un danno ingiusto difficilmente quantificabile. Ciò significa, se ancora non risulta chiaro, che la “Rotman” si è ritrovata al centro di un attacco mediatico che ha determinato un crollo di prenotazioni e, soprattutto, una ferita alla propria immagine difficilmente sanabile. E come potrebbe essere altrimenti, visto che chi dice di avere accusato dolori addominali dopo aver mangiato pesce crudo nel ristorante sotto accusa si è recato al pronto soccorso nei due giorni successivi (non occorre essere medico per comprendere che gli effetti di un’eventuale intossicazione alimentare sono repentini)?
E ancora: come si potrebbe giudicare un immediato ingresso dei Nas – che non hanno di certo provveduto al sequestro di trenta chili di pesce, come erroneamente riportato sulle varie testate – all’interno delle cucine del ristorante dopo la singola denuncia (ripetiamo, la denuncia è provenuta da una sola persona su settanta persone che hanno consumato quella sera)? E che, dopo aver prelevato piccole quantità di pesce da fare analizzare, hanno potuto solo consigliare di effettuare una sanificazione dei locali, non avendo riscontrato nulla di anomalo (chiariamo, inoltre, che i Nas effettuano i loro controlli con periodicità, specie in locali dove si consuma pesce crudo, e sempre a tutela dei consumatori)? Come poter definire questo tipo di informazione gratuita che ha avuto solo la finalità di infangare il nome di un locale ben avviato e l’attività di un’impresa che ha fatto della serietà e della qualità dei prodotti i suoi punti di forza, senza aver alcun riscontro in termini di analisi degli organi preposti e di chi avrebbe addirittura sporto la denuncia?
Sarebbe stato sufficiente, infatti, sentire la ragazza interessata da questa presunta intossicazione prima di “scatenarsi” in una pura follia mediatica che non ha dato possibilità di difesa alcuna ai destinatari della denuncia. Sarebbe bastato attendere i risultati delle analisi tossicologiche prima di avviare una campagna mediatica senza precedenti: persino un imputato di omicidio in attesa di processo ha diritto “al condizionale” come tempo verbale e ad una difesa che non leda la propria dignità. Noi siamo stati gli imputati, noi siamo stati quelli additati di superficialità e di cattiva gestione: noi non abbiamo potuto contare su un avvocato di fiducia che potesse difenderci dalle accuse che ci piovevano da più parti, e senza potervi porre rimedio, se non attraverso uno scritto sulla pagina facebook del locale che rassicurava i nostri affezionati clienti, confidando nel buon esito (come in effetti è avvenuto) degli esami.
Noi ci abbiamo messo la faccia. Anche se il nome del locale non è mai trapelato, era chiaro che si trattasse di noi. Ci è sembrato giusto, quindi, com’è nostro stile, affidarci ai social per avere il sostegno di quanti, in tutti questi anni, hanno potuto apprezzare la nostra professionalità. Avremmo voluto che anche i nostri clienti avessero avuto maggiore rispetto, visto che all’Oriental Wok hanno sempre trovato accoglienza e affidabilità, ed hanno potuto gustare una varietà di prodotti tale da accontentare un po’ tutti i gusti. Ora ci tocca rimboccarci le maniche e riprendere da dove abbiamo lasciato (anche se non abbiamo chiuso un giorno dal 29 giugno scorso): sappiamo di poter contare su un numero sempre notevole di appassionati del sushi che da noi hanno trovato ricette adeguate al loro raffinato palato, e sappiamo che nuovi clienti arriveranno perché potranno contare su un’offerta di qualità che non è mai venuta meno. A maggior ragione se si pensa che, da alcune indiscrezioni trapelate, la ragazza che si è recata al pronto soccorso non avrebbe mangiato pesce crudo quella sera. E che, eventualmente, sarebbe disposta a rendere testimonianza: su cosa si siano fondati, dunque, tutti quei numerosi comunicati stampa accusatori, non è dato saperlo.
I titolari di Oriental Wok (Luca Mangiacasale, Matteo, Salvatore e Francesco Rotundo)
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