Giovanni Sgrò, imprenditore soveratese, commenta l’inchiesta di Repubblica: “L’Italia svuotata”
“Lo spopolamento è un dramma che va affrontato subito”. A dichiararlo è Giovanni Sgrò, noto imprenditore di Soverato, commentando l’inchiesta pubblicata oggi da “La Repubblica”, intitolata “L’Italia svuotata”. Nell’articolo, il quotidiano nazionale mette in luce il fenomeno di progressivo abbandono dei piccoli comuni italiani, soprattutto nelle aree montane e rurali, dove, nell’arco di un decennio, sono state perse circa 700.000 unità di popolazione.
Già nei giorni scorsi, Sgrò aveva sollevato il tema durante una visita a un borgo del reggino. In un post su Facebook, l’imprenditore aveva descritto una piazza deserta, con solo qualche bambino che giocava, mentre “il silenzio ti avvolge, anzi, quasi ti soffoca”. Un’immagine che rappresenta la solitudine che caratterizza molti centri storici del Sud Italia, sempre più svuotati dei loro abitanti e della vitalità comunitaria.
Giovanni Sgrò non è nuovo a queste battaglie. Da anni, infatti, denuncia la necessità di recuperare il tessuto sociale e culturale delle aree interne, già con la sua iniziativa “Io voglio vivere qui”, mirata a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’urgenza di un’inversione di rotta. In seguito, ha dato vita al progetto culturale “Naturium”, che promuove uno stile di vita basato su sostenibilità e connessione con la natura, e più recentemente, a “Connessione Sud”, un’iniziativa che mira a creare nuove reti sociali e imprenditoriali nel Meridione.
L’inchiesta di “Repubblica” fa eco a queste preoccupazioni, evidenziando come lo spopolamento abbia colpito particolarmente i circa 4.000 comuni delle cosiddette aree interne, che coprono il 58,8% della superficie italiana e ospitano oltre 13 milioni di persone. Con la chiusura di scuole, negozi e servizi essenziali, si è innescato un circolo vizioso, dove l’assenza di opportunità ha spinto soprattutto i giovani a cercare altrove un futuro, lasciando questi territori alla deriva.
Sgrò, tuttavia, non si limita alla denuncia. Da anni propone soluzioni concrete per frenare l’esodo. Tra queste, la creazione di aree “tax free” per i nuovi residenti, in modo da incentivare il ripopolamento con agevolazioni fiscali per chi decide di trasferirsi in questi luoghi. Inoltre, ha suggerito la realizzazione di “modelli di sviluppo sostenibile coerenti con la vocazione naturale delle aree interne, promuovendo il turismo rurale, l’agricoltura biologica e l’artigianato locale”.
Tutto ciò dovrebbe essere supportato da “specifici finanziamenti e interventi da parte dello Stato e dell’Unione Europea, in modo da rilanciare non solo l’economia, ma anche la qualità della vita nelle aree più marginalizzate”.
“L’Italia ha bisogno di riappropriarsi di questi territori, che rappresentano la nostra storia e la nostra identità” conclude Sgrò. “Non possiamo permettere che il silenzio e la solitudine diventino l’eredità di intere generazioni”.