Litigano in un locale notturno e gli sparano alla gola, due arresti


carabinieri_notte1Si è conclusa nella tarda serata di ieri la serrata attività investigativa dei Carabinieri della Compagnia di Scalea, nel cosentino, finalizzata ad individuare gli autori del tentato omicidio di un giovane 33enne consumato all’interno di un locale notturno della movida di Diamante.

Due giovani sono stati difatti sottoposti a fermo di indiziato di delitto su disposizione della Procura della Repubblica di Paola: si tratta di A.N., 23enne cosentino e M.D., 21enne originario di Belvedere Marittimo. La scorsa notte un giovane aveva chiamato il 112 comunicando che un ragazzo era riverso in una pozza di sangue dopo essere stato ferito alla gola da un colpo d’arma da fuoco. Le indagini, avviate subito dai militari, hanno permesso di individuare il movente del fatto di sangue riconducibile ad una futile discussione tra la vittima e uno dei due fermati: “una parola di troppo e – spiegano gli investigatori – uno scambio di sguardi” avrebbero innescato “una vera e propria esecuzione del giovane all’interno dei servizi igienici del locale”.

Dopo aver discusso animatamente i due ragazzi si sarebbero separati e mentre la vittima faceva la fila per recarsi in bagno, i presunti autori lo avrebbero raggiunto e avrebbero ripreso la precedente discussione. Dopo poche parole uno dei due avrebbe così estratto una pistola dalla tasca esplodendo un colpo a bruciapelo sulla vittima, che si è accasciata al suolo. L’esplosione è stata camuffata dalla musica ad alto volume del locale che ha favorito anche la fuga dei due giovani a bordo di un’autovettura.

I Carabinieri hanno ricostruito i fatti dopo aver sentito per ore diversi testimoni individuando i presunti responsabili che, dal momento della fuga, si erano resi irreperibili. Nella giornata di ieri i militari di Scalea, insieme ai colleghi di Cosenza, hanno attuato sul territorio una vera e propria caccia all’uomo: sono stati controllati tutti i locali che i due erano soliti frequentare e le loro abitazioni. Il cerchio stretto dagli investigatori avrebbe impedito agi stessi di darsi alla fuga e li avrebbe poi costretti a costituirsi presso la Stazione Carabinieri di Cosenza. I giovani sono stati associati nel carcere del capoluogo a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Restano critiche, invece, le condizioni della vittima che è ancora ricoverata presso il reparto di rianimazione dell’ospedale di Cosenza in prognosi riservata.


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