Dovete sapere che, per sentire dir male della Calabria, non abbiamo aspettato il covid. Seneca, che non ci aveva mai messo piede ed era un fraccomodo uomo di città, parla di un Bruzio selvaggio. Gli Angioini videro nella Calabria un nemico ghibellino, e anche sospetto di simpatie per la religione ortodossa. Umanisti e rinascimentali scoprirono che i crocifissori di Cristo erano calabresi. Masuccio Salernitano usa il calabrese come macchietta delle sue novelle. Non vi dico, quando, nel 1799, l’esercito calabrese del cardinale Ruffo scacciò i Francesi e i loro manutengoli giacobini…
Ma sarebbero ricordi del passato. Il peggio lo dà il presente, con due immagini luogo comune: la ndrangheta e l’arretratezza.
Ebbene, la ndrangheta c’è, eccome; ma è tutto il contrario di quello che raccontano nei film e nelle fiaccolate con palloncini a coniglio. È una cosa tragicamente seria, che detiene i traffici di droga a livello mondiale, e quindi ricicla montagne di denaro; e per entrambi i bisogni, usa laureati in chimica e laureati in economia, non ragazzini sfuggiti alla leva scolastica. Però il milanese che, come Seneca, in Calabria non è mai venuto, vede film dozzinali, e pensa che in Calabria io, appena uscito di casa, venga rapinato dei miei pochi spiccioli, oppure ucciso per divertimento. Quando ci viene, e vede che non succede mai, allora fa questa riflessione: come mai in Calabria non c’è la microcriminalità? Chi la reprime? Il lettore intelligente si dia una risposta.
Ecco il danno d’immagine prodotto dall’antimafia segue cena!!!
Per replicare alle accuse, l’intellettuale calabrese tenta la carta del buonismo, altrettanto improbabile del cattivismo. E spaccia una bufala di origine socratica: uno è cattivo per ignoranza; quindi lo mandiamo a scuola, e diventa improvvisamente un angioletto…. Leggete le cronache giudiziarie, e vi passa questa patetica fantasia!
Manca alla Calabria l’immagine reale, che, se è reale, non può essere ideologica. Basta raccontare che ai tempi della Magna Grecia erano tutti filosofi e pacifici, perché si scannarono come pazzi, e Crotone distrusse Sibari dopo aver tentato di fare lo stesso con Locri, però buscò uno squasso di legnate alla Sagra.
Questo, per la storia, e potrei continuare. Manca ogni capacità di raccontarla, la storia, e di mostrare l’immenso patrimonio archeologico e artistico. E l’elenco degli uomini illustri: a proposito, ripassatevi gli studi, e scoprite che illustre non vuol dire buono. Esempio, tutti quelli che avete studiato in storia e letteratura latine del I secolo a.C. morirono ammazzati dopo aver ammazzato più d’uno.
Altrettanto fasulla l’immagine turistica, di cui Muccino è il peggiore di tutti i pessimi esempi. Come si fa a dire che i boschi della Calabria sono “incontaminati”, quando sono almeno cinquemila anni che li tagliano e li abitano e ci hanno costruito dentro centinaia di insediamenti?
Insomma, se i commissari rifiutano, e se la moglie di Gaudio non vuole venire a Catanzaro, è colpa nostra… Sto scherzando, ragazzi: la signora Cavalcanti in Gaudio è di Cosenza!!!
Ulderico Nisticò