Lezioncina di storia 1940 – 43


Scusate, gentili lettori, se faccio il professore, ma forse vi può essere utile. Stando a giornali, tv e libri di testo, i fatti italiani iniziarono l’8 settembre 1943; e Tizio è stato fatto prigioniero, e Caio…

Scusate, perciò, se oso ricordarvi… ma no, insegnare a tantissimi, soprattutto molto giovani, quanto segue:

– Il 10 giugno 1940, l’Italia, alleata della Germania, dichiarò guerra a Gran Bretagna e Francia. Si svolsero subito operazioni sul fronte delle Alpi, e qualche scontro aereonavale.
– Caduta la Francia, l’Italia si scontrò con la Gran Bretagna nel seguente modo, che qui riassumo: a) operazioni aereonavali (750 navi) per assicurare i rifornimenti alle truppe italiane, poi anche tedesche, in Libia ed Egitto, o per impedire operazioni britanniche; b) attacchi italiani, poi italotedeschi, contro gli Inglesi di fatto padroni dell’Egitto, fino ad Alamein (autunno 1942), e alle operazioni in Tunisia e Algeria; c) avvennero combattimenti anche in Africa Orientale.
– Nell’autunno 1940, l’Italia dall’Albania attaccava la Grecia, con dubbia fortuna; pochi mesi dopo, Germania e Italia occupavano la Iugoslavia e la stessa Grecia.
– Nel giugno del 1941, la Germania attaccava l’Unione Sovietica; l’Italia partecipava con truppe fino a 200.000 uomini.
– A fine anno, la guerra di estese a USA e vari Stati americani. I sommergibili italiani operarono, da Bordeaux, in Atlantico.
– Nel luglio del 1943 si combatté in Sicilia contro gli Angloamericani.
– Eccetera.

Tutti i combattenti di queste fasi della guerra italiana furono italiani, inclusi, per l’esattezza, gli Albanesi e le truppe coloniali di Eritrei, Somali, Etiopici e Libici. Una parola per gli alleati, non sono germanici, ma anche Croati, Ungheresi, Romeni, Bulgari, Finlandesi…

Possibile che la storia personale degli Italiani sia iniziata nel 1943, e fino ad allora stavano tutti nel mondo dei sogni? Ovvio che no: e mi si lasci ricordare, tra i Caduti in combattimento, Alfredo Comito e Baldassarre Sinopoli.

O quell’ ufficiale che, alla fine della battaglia di Alamein, inviò, nello scarno stile dei fonogrammi, questo vero poema epico degno dell’Iliade: “Carri nemici fatta incursione est; con ciò, Ariete accerchiata; carri Ariete combattono”.

Come leggete, non corrisponde affatto alla storia l’immagine di una vicenda italiana fatta solo di “prigionieri” dopo il 1943.

Senza scordare gli avvenimenti dopo quell’anno e fino al ’45, con un milione di uomini (e donne) della Repubblica Sociale, diecimila delle truppe badogliane, e ottantamila partigiani. Ma ne parleremo un’altra volta.

Ulderico Nisticò