Da quello che leggo e sento, anche in alto loco, deduco che la costituzione del 1948 non l’hanno mai letta e tanto meno capita. Io, che non ne condivido nemmeno l’inchiostro di stampa, l’ho letta; e ho gli strumenti concettuali per capirla; e aiuto a capirla anche chi invece no.
Repubblica è uno Stato il cui capo non è ereditario ma elettivo: tutto qui.
Repubblica democratica è quella in cui tutti i cittadini hanno diritto di voto attivo e passivo; ma ciò può avvenire anche in una monarchia costituzionale.
Costituzione parlamentare è quella in cui il potere effettivo risiede in una o più camere di rappresentanti elettivi. Questi concedono o meno la fiducia al governo.
In genere, i rappresentanti sono eletti in liste di partito; il che, di fatto ma non di diritto, assegna il potere ai partiti.
La stragrande maggioranza dei parlamentari sono “peones”, di scarsissima qualità; e nessuna voglia di farsi notare, per non mettere a rischio la rielezione; e sono in mano agli apparati di partito. Votano a comando, e basta. Molto peggio sono i parlamentari meridionali, che già nell’Ottocento venivano chiamati “ascari”: ma era una calunnia nei confronti dei nostri valorosi e dignitosissimi soldati africani.
I partiti, essendo associazioni di fatto (la cost. ne parla di sfuggita all’art. 49), non sono controllati da nessuno; e fanno il loro comodo.
Per quanto precede, i governi non sono elettivi, ma si presentano alle camere e ricevono o meno la fiducia: basta un voto in più, comunque ottenuto; e con qualunque somma di partiti o singoli parlamentari. Se il partito X piglia il 49,9%, il governo lo possono fare tutti gli altri con il 50,1.
Poi dura mezzo minuto, perché lo 0,1 inizia i ricatti: ma questo è un altro discorso.
È per questo che dal 1948… no, dal 1944 l’Italia conta una settantina di governi; con rarissime eccezioni, uno peggio dell’altro.
Adesso, avete capito come funziona la costituzione?
Ulderico Nisticò