La Francia ha ridotto le Regioni da 22 a 14, semplificando la funzione dei 100 Dipartimenti (le Province); in Germania i Laender più piccoli chiedono l’unificazione perché i debiti sono diventati insostenibili. In Italia si parla da tempo anche della riduzione delle Regioni, ma gli emendamenti in tal senso sono stati respinti. Forse perché prima di parlare dei contenitori occorreva parlare dei contenuti.
Da Ministro, infatti. a gennaio 2015, avevo già posto la questione convinta come sono che sulle Regioni è tempo di pensare seriamente ad una vasta riorganizzazione, recependo in primis le valutazioni dei presidenti di Regione Chiamparino, Zingaretti e Bonaccini, che hanno indicato la necessità di una riforma. Ma per cambiare questo equilibrio, in una situazione complessa nella quale è in corso anche la riforma delle Province e si prospettano grandi novità per i Comuni, era bene ipotizzare interventi mirati. Pertanto ho istituito una commissione guidata dalla professoressa Lida Viganoni, geografa di fama ed ex rettore dell’Orientale di Napoli, per valutare la possibilità’ di un nuovo profilo per le Regioni italiane, perché, a mio avviso, dopo 40 anni dalla loro nascita, vanno ripensate dal punto di vista del loro ruolo in modo da ottimizzare molti dei loro servizi, anche in virtù degli enormi sprechi e costi per il mantenimento delle Regioni, senza dimenticare la cementificazione del territorio e la poca cura del Paesaggio, con conseguenze negative dal punto di vista idrogeologico.
L’obiettivo era formulare una base tecnica di discussione per consentire alle varie scuole di pensiero di confrontarsi su una piattaforma comune demandando alla politica le decisioni finali. Per esempio sarebbe stato necessario che le Regioni iniziassero a discutere tra loro di come riorganizzare alcuni temi, come i fondi per lo sviluppo, i trasporti, la gestione delle acque e alcune competenze sanitarie che oggi appaiono troppo frammentate. Tutti i componenti la commissione, coordinate dal sottosegretario Gianclaudio Bressa, hanno lavorato a titolo gratuito e hanno consegnato i lavori a maggio del 2015: Francesco Pizzetti (Professore di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino); Giandomenico Falcon (Professore di Diritto amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento); Paolo Feltrin (Professore di Scienza politica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Trieste); Guido Melis (Professore di Storia delle istituzioni politiche presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università La Sapienza); Alessandro Petretto (Professore di Economia pubblica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Firenze); Luciano Vandelli (Professore di Diritto amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna); Beniamino Caravita di Toritto (Professore di Istituzioni di diritto pubblico presso la Facoltà di Scienze politiche Sociologia e Comunicazione dell’Università La Sapienza); Stelio Mangiameli (Direttore dell’Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie “Massimo Severo Giannini” del CNR); Anna Maria Poggi (Professoressa di Diritto pubblico presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino) e il Professor Andrea Patroni Griffi consigliere giuridico del ministro Lanzetta.