Ogni tanto una volenterosa annunziatrice RAI prova a spiegarci la legge elettorale con la quale votare il 25. Io non ho capito molto, e dovrei studiarmela, del che non ho nessuna intenzione. Pertanto, onde evitare annullamenti e contestazioni, voterò (ammesso che… ) nella maniera più semplice e secca.
Un po’ di storia. La costituzione del 1948 era, in quanto partitocratica, esplicitamente proporzionale, con ampio gioco delle preferenze. Tutte le riforme e riformicchie seguenti hanno conservato e conservano in parte la natura proporzionale: e sui muri della nostra città stiamo vedendo venti (20) simboli di partito. Quelli della mia età ricordano che nella partitocratica Prima repubblica degli anni 1950-90… ce n’erano di meno.
E sono 20 quelli sopravvissuti a un numero molto maggiore di presentati.
Comunque vada, alcuni di questi 20 avranno rappresentanti; e, in un modo o nell’altro, il prossimo governo dovrà nascere da una somma di gruppi parlamentari; e abbiamo visto che i governi cadono anche se mettono assieme quasi tutti i partiti.
Altra storia, quella del Senato. Nelle costituzioni ottocentesche, rimaste in vigore anche in seguito, c’era sempre un Senato che, grosso modo, doveva somigliare alla camera britannica dei Lord, quindi essere di nomina regia. Ripassatevi lo Statuto Albertino del 1848.
La costituzione del 1948 fece un Senato elettivo, però mantenne, stranamente, un’aura di “Senatus”, cioè di assemblea degli anziani: età minima, anni 50; elettori venticinquenni. Non abbiamo mai visto che i senatori siano stati più saggi perché più vecchi! Adesso si vota per il Senato come per la Camera; quindi il doppione è perfettamente sovrapponibile anche nella forma. A parte che io, a suo tempo, ho votato per l’abolizione.
Infatti, come la penso io? Ve lo dico subito:
– Elezione diretta del presidente della Repubblica; e, come ho scritto più volte, esercizio reale ed effettivo dei poteri attualmente previsti dall’art. 87, e che nessun presidente ha mai esercitato.
– Camera politica eletta a maggioritario secco, il che costringerebbe i movimenti politici a candidare persone decenti e non il primo che capita.
– Ciò dunque costringerebbe i movimenti a fare politica sul serio, e non proclami e chiacchiere.
– Senato corporativo, con rappresentanza dei corpi intermedi. Faccio un esempio solo: il Capo di Stato Maggiore delle FFAA, e finché rimane in carica; poi, a casa.
Intanto, devo stare attento al 25 prossimo: ammesso che…
Ulderico Nisticò