Quello organizzato dall’Avulss giovedì scorso, presso il Seminario Teologico “San Pio X”, era un incontro voluto da tempo. Non era mai avvenuto prima, infatti, che le associazioni di volontariato attive in ospedale si confrontassero sulle comuni difficoltà riscontrate e su come rendere più incisivo il proprio operato a favore del malato: e la numerosa partecipazione all’incontro, al quale ne seguiranno di sicuro altri, è stata sintomatica del desiderio di condivisione che nei volontari alberga da tempo, e che l’Avulss, con il sostegno anche del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro, ha avuto il merito di intercettare.
Dopo i saluti di rito della presidente dell’Avulss, Mirella Chieffo – che ha fatto una breve introduzione della storia dell’Avulss e dell’Oari per la formazione continua dei volontari, com’era nelle intenzioni del fondatore don Giacomo Luzzetti – e del presidente del CSV di Catanzaro, Luigi Cuomo, che ha rivolto un plauso all’encomiabile servizio svolto dai volontari a fianco delle persone più sofferenti, e che di certo non è alla portata di tutti – tutti i presidenti ed i rappresentanti delle varie associazioni, con il coordinamento di Giuliana Mirabelli, hanno avuto l’opportunità di presentarsi e di evidenziare i punti di forza e di debolezza su cui lavorare insieme. In un’ottica di scambio e coesione, che spinge a fare rete per migliorare i servizi a vantaggio dei ricoverati, ed anche a non sentirsi soli nell’attività di cura ed attenzione ai più deboli, si è così parlato di tutela dei diritti dei più deboli (anche con la partecipazione civica ai tavoli paritetici), di salvaguardia dell’unico presidio ospedaliero regionale – quali il Pugliese- Ciaccio – che si paventa di chiudere, di essere visibili nell’esercizio del proprio operato e di infondere sempre amore e speranza, anche in chi è ormai arrivato alla fine.
Il volontario, del resto, è colui che rende la degenza in ospedale più dolce e sopportabile, è colui che dà una parola di conforto, porta il sorriso ed accarezza la mano, ma è anche colui che è capace di fare battaglie in nome di un diritto più grande: gran parte dei volontari storici – che operano da anni all’interno dei reparti più difficili in virtù di una motivazione così forte da scavalcare la paura del dolore e della morte – ha infatti un passato “bellicoso” alle spalle, ma ritiene necessario avviare un coordinamento comune per rendere più incisivo l’operato svolto e moltiplicare l’effetto benefico derivante dall’impegno di ognuno.
La stessa Eleonora Rotella, responsabile dei Servizi Sociali all’interno del Pugliese, ha esortato i volontari a costituire una rete che rafforzi l’azione dei volontari, solo in apparenza piccola, ma ampiamente riconosciuta anche dagli operatori sanitari, che in loro vedono una presenza serena ed ormai insostituibile.
Persino il pronto soccorso è divenuto un luogo meno impressionante da quando ai volontari è stato permesso di far sentire la propria vicinanza ai ricoverati ed ai familiari.
Sono intervenuti, nell’ordine, Pasquale Scaramuzzino, presidente dell’Aned; Emilia Celia, presidente di “Cittadinanza Attiva”; Francesca Angelucci della “Pina Simone”; Francesco Minio della Polizia di Stato; Maria Concetta Infuso, presidente del Gruppo Emmaus; Rosetta Badolato, “Madre Teresa”; Enzo Catroppa, “Amena”; Giancarlo Rossi, “Tribunale per la Difesa dei Diritti del Minore”; Aldo Riccelli, “Acmo”; Ninetta Cristallo, “Ave-Ama”; Adele Cannistrà, “Clown Vip”, e Saverio Russo, in rappresentanza dell’associazione “Sassolini”.