Le mani della ‘ndrangheta sugli aiuti economici stanziati in seguito alla pandemia da Coronavirus: questo era emerso da un’indagine della Dda di Milano risalente a luglio, in seguito alla quale sono arrivate le prime condanne con rito abbreviato.
Il principale imputato, Francesco Maida, che secondo le indagini era il riferimento dei clan di San Mauro Marchesato (Crotone), suo paese d’origine) nel territorio milanese è stato condannato a 8 anni di reclusione.
A decidere le pene è stato il gip di Milano, Domenico Santoro, dopo una lunga camera di consiglio. Condannato nello stesso processo a 7 anni e 10 mesi Luciano Ivaldo Mercuri, anche lui affiliato dei clan, così come Aldo Tirolese a 4 anni e 6 mesi (non gli è contestata l’aggravante); e infine Giuseppe Arcuri, a 5 anni e 2 mesi.
Dalle indagini era emerso che Maida, residente a Milano nella ricca zona di City Life, riuniva rappresentanti della ‘ndrangheta proprio nel suo lussuoso appartamento, ed era qui che venivano gestiti gli affari.
Al centro delle indagini l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, aggravata dall’aver agevolato il clan mafioso e dalla disponibilità di armi, oltre ad autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta.