Le due eterne anime della Francia


 Riflessione di carattere generale: non esiste l’illusione, di origine ellenica, delle istituzioni perfette e che funzionino da sole; le istituzioni sono fatti umani, e, come tali, soggetti, sempre per dirla con i Greci, a symphorè, circostanza. Così anche quelle francesi, cui abbiamo sempre guardato con interesse, si rivelano precarie.

 Del resto, la Francia… riassunto: 1788, monarchia assoluta; 1789, monarchia dicamo costituzionale; 1793-4, tirannide ultrademocratica giacobina; 1794, tirannide termidoriana; 1799, dittatura di Napoleone. dal 1804-14, impero monarchia militare; 1814-30, monarchia costituzionale oligarchicissima; 1830-48, monarchia liberale; 1848, repubblica diciamo di sinistra; 1849-52, dittatura di Luigi Bonaparte, fino al 1870 Napoleone III; 1870, la Comune di estrema sinistra; 1871-1958, Terza e Quarta repubblica e cadute di governi come se piovesse. Insomma, non è certo la Francia un modello di buone e stabili istituzioni. E ha due anime, una di sinistra e l‘altra di destra, da sempre e per sempre.

 Quelle attuali, imposte da De Gaulle, sono semipresidenziali, cioè il presidente, dotato di poteri, viene eletto direttamente; ma il governo, nominato dal presidente, deve avere una maggioranza in parlamento. Risultato del 2024, Macron, che è più o meno di sinistra, deve nominare un governo di centrodestra; mentre la destra, pur non entrando nel governo, è in grado di condizionarlo pesantemente, disponendo della maggioranza relativa.

 La sinistra giacobina scende in piazza in modo imponente, però è l’unica cosa che può fare, giacché nessuno, nemmeno la sinistra moderata, la vuole. È giacobina, e la Francia profonda, la Francia nazionale e cattolica, o anche solo la Francia borghese, non vuole i giacobini propriamente detti, quelli della ghigliottina in quantitativi industriali, e nemmeno i giacobini più filosofici, quelli della Comune.

 La sinistra francese è, infatti, portatrice di un sogno/incubo fatto di liberté, égalité, fraternité, follie di félicité garantita e obbligatoria, di perfezionismo nevrotico se no decapitazione o manicomio, di progressismo verso l’infinito cioè verso il nulla.

 L’unica volta che in Europa l’estrema sinistra vinse le elezioni regolari, fu nel 1936 in Francia con Léon Blum. Nel 1938 il suo governo venne abbattuto da un’ondata…

 …pensate voi da un’ondata di cavalieri Crociati e fedeli al re? macché, un’ondata di scioperi degli operai, cui Blum stava assicurando la felicità ma non il pane.

 Una conclusione che, per i miei vizietti di storiografo, non mi posso evitare. L’incaricato da Macron si chiama Barnier, che è un cognome perfettamente francese, mica come Buonaparte; però è della Savoia. La Savoia, regione alpina, fu per mille anni una contea, poi ducato della casata che ne prende il nome; e nel 1814 una regione del Regno di Sardegna, finché, nel 1860, Cavour non la cedette a Napoleone III in cambio di Milano, Parma, Modena, Bologna, Firenze. Diciamo che la Savoia era di lingua francese, ma fu ceduta anche Nizza che era italianissima.

 Ora vediamo se e come il sabaudo Bertier farà il governo.

Ulderico Nisticò