I giornalisti vivono in un mondo artificiale e di battute ad effetto, spesso fuorvianti dalla realtà. La Lega ha preso la sede romana vicino a dove un tempo, un tempo di trent’anni fa secondo il calendario, millenni secondo la politica, c’era la sede del Partito Comunista Italiano (PCI). Detto così, se io fossi un titolista necessitato di vendere copie, scriverei “La Lega nella sede del PCI”. Ma scriverei una grave inesattezza, in quanto la Lega esiste, eccome, e nonostante i suoi errori, e invece il PCI sparì con il comunismo mondiale, cioè dopo il 1989, divenendo PDS eccetera, oggi PD assieme ai resti della DC di sinistra.
Già, la Democrazia Cristiana, che era giunta a 14 milioni di voti… per poi crollare sotto il peso di una corruzione divenuta sistema, e perciò insostenibile anche agli occhi e alle tasche dei beneficiari. Divenne Partito Popolare, poi a sua volta sparì.
E se vi nominassi PLI, PRI, PSDI, PSI, PSIUP, eccetera? Sarebbe come se pretendessi attenzione su quando nell’849 il Principato di Benevento si separò in Benevento e Salerno; e al 95% dei lettori anche plurilaureati dovrei raccontare il 568, il 774… E sapete che mondo corre? Che l’unica notizia capace di emozionare qualcuno, anzi certamente più d’uno, sarebbe che farei scoprire perché lo stadio della Salernitana è, meritatamente, intitolato ad Arechi; tutto il resto, acqua passata sotto i ponti del Garigliano e la guardia della grave mora.
La Lega ha preso in fitto un palazzo sfitto che si trova in via delle Botteghe Oscure, nemmeno nello stesso stabile: tutto qui. Chi crede ai fantasmi, magari, sentirà a volte, di notte, risuonare flebili echi di Bandiera Rossa… Tranquilli, però: tutta la vecchia Roma è abitata da fantasmi, tutti memori della storia complicata della Città non a caso detta Eterna, dal 753 a.C. e anche molto prima.
Che caspita c’entra, in tutto questo, con il fatto che, dal 1972 alla morte, avvenuta nel 1984, Enrico Berlinguer fu segretario del PCI, partito che cessò di esistere quando io avevo ancora tutti neri i capelli? Se mai qualcuno – io, no! – scriverà la storia…. ma va’, la cronaca della Prima Repubblica, il nome di Berlinguer emergerà a proposito di “convergenze parallele”, “equilibri più avanzati”, “compromesso storico”, e altre fumose formulette dei politicanti dell’epoca per far campare governi che si chiamavano “balneari”; e intanto l’inflazione andava alle stelle, e i treni viaggiavano con due ore di ritardo in orario; e i terroristi facevano il loro comodo… o il comodo di qualcun altro, come fa supporre il caso Moro; e tra i terroristi includo anche quella canaglia francese o americana o chissà che sparò all’aereo di Ustica.
Ma siccome i giornalisti si aspettano una battuta al giorno, e bisogna inventarsela, ecco che Matteo Salvini passa da affondatore di barconi ad erede di Berlinguer, uno defunto quando lui frequentava la V elementare o I media.
Dice che vuole riprendere “i valori degli operai e degli insegnanti”. Gli operai già erano una specie in via di estinzione ai tempi del PCI; oggi hanno figli laureati e disoccupati o emigrati. Prima di difendere un operaio, bisogna trovarlo. Operaio, non sfruttati con la scusa dell’accoglienza.
Gli insegnanti? Con la pace dei buoni, alcuni credono che votare PD faccia parte del programma ministeriale; altri leggono (senza commento e senza crederci) testi di sinistra. I ragazzi si portano da casa il tema della mamma, tanto la traccia è ugualmente scopiazzata; aggiungono, se proprio vogliono faticare, una frasetta tipo “fuggono dalla guerra e dalla fame”, e aspettano la maggiore età per votare Lega o Fratelli d’Italia. Sì, certo: ma, a differenza dei meriti Arechi, non per chissà quale azione politica e organizzazione di Fratelli d’Italia o della Lega.
Esempio, Soverato. Il 20 settembre si vota per le comunali, e il centro(destra) è più al buio di una notte d’inverno in una foresta inesplorata.
Ulderico Nisticò