Dopo essere riusciti a salvaguardare la continuità lavorativa messa a serio rischio a dicembre 2020, invece di avviare un serio confronto, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Mater Domini di Catanzaro ha preferito prediligere il solito atteggiamento fatto esclusivamente di chiacchiere e vane promesse. Questo continuano ad ottenere i lavoratori in somministrazione impiegati in attività amministrative e tecnico operative presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Mater Domini di Catanzaro. Un atteggiamento assurdo che si protrae da oltre 20 anni. 20 anni di lavoro somministrato e mai un intervento deciso verso la giusta stabilizzazione che si tradurrebbe in risparmio economico per l’Azienda e per le casse della disastrata sanità calabrese.
Eppure le premesse, almeno durante l’anno 2020, erano diverse. Diverse perché i lavoratori hanno già ottenuto, dopo una incessante lotta sindacale protrattasi nel tempo, l’inserimento nel piano dei fabbisogni aziendale e nel turn over aziendale; un fatto che apre alla concreta possibilità di una stabilizzazione del rapporto di lavoro dopo oltre 20 anni (va ribadito a caratteri cubitali) di continue proroghe del rapporto di lavoro in somministrazione. Una procedura di stabilizzazione che deve avvenire anche in applicazione del comma 2 dell’art. 20 del D.LGS 75/2017, prerogativa confermata dalla recente pronuncia del Consiglio di Stato, n. 7128 dell’11.12.2020.
Non ci sono più scuse che tengano! Solo la mancata volontà di adempiere a quello che non è un favore ma un preciso obbligo per chi amministra anche e soprattutto alla luce del principio di buon andamento della P.A. che non significa solo “mandare avanti la burocrazia” (cosa che i lavoratori in somministrazione addetti al settore in Azienda fanno egregiamente), ma soprattutto evitare la dispersione di risorse a vantaggio della collettività.
A questo punto diventa inevitabile proclamare lo sciopero dei lavoratori in somministrazione con contestuale blocco dei servizi. Convocheremo all’uopo una assemblea provvedendo, una volta ascoltata la base, ad avviare l’estrema misura di protesta (investendo della problematica la struttura commissariale regionale guidata dal Dr. Longo) attraverso le procedure previste dalla legge in materia.
Siamo stanchi di essere additati sulle cronache nazionali come regione di serie “Z” sul versante sanitario. Risolvere positivamente la vertenza attraverso la stabilizzazione del personale somministrato utilizzando le modalità previste dalla legge e confermate dalla giustizia amministrativa rappresenta un seppur piccolo segnale verso quella agognata normalità di cui ha tanto bisogno la nostra Calabria.